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SVIZZERAPannelli solari a bordo strada, lo spunto dal Ticino che diventa realtà

02.02.23 - 06:30
Sarà possibile installarli sulle barriere antirumore. Bruno Storni: «Buona notizia sia a livello ambientale che istituzionale»
TiPress / Imago
Pannelli solari a bordo strada, lo spunto dal Ticino che diventa realtà
Sarà possibile installarli sulle barriere antirumore. Bruno Storni: «Buona notizia sia a livello ambientale che istituzionale»

BERNA - Ben presto viaggiando lungo le autostrade svizzere sarà possibile intravedere, sulle barriere antirumore, sempre più pannelli solari che producono energia rinnovabile.

A un bando lanciato dal Consiglio federale per i privati interessati a installare dei pannelli su 350 barriere antirumore e 100 aree di sosta, le aziende elvetiche hanno infatti risposto presente in massa. Lo ha confermato al Tages Anzeiger Thomas Rohrbach, dell'Ufficio federale delle strade (Ustra), spiegando che sono state ricevute oltre 300 richieste da 35 aziende e persone interessate. Il potenziale stimato di energia prodotta è di circa 50 gigawattora, una quantità che potrebbe coprire il fabbisogno annuale di elettricità di circa 12'000 famiglie.

Il tutto è stato spinto dal Ticino, più precisamente da un postulato del Consigliere nazionale Bruno Storni, che nel 2020 ha chiesto al Consiglio federale di elaborare uno “studio sul potenziale di produzione di energia fotovoltaica realizzabile sulle pareti foniche lungo autostrade e linee ferroviarie”.

«Si è agito velocemente»
«È una bella notizia sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista istituzionale, visto che un postulato in due anni e mezzo è diventato realtà (pensando che deve passare dal Consiglio federale, dalle Commissioni, dal Nazionale...», ha commentato l'esponente socialista a Tio/20 Minuti, «si è quindi agito rapidamente e già nel concreto, nonostante fosse necessaria una modifica di legge (è entrato in vigore un adeguamento dell’ordinanza sulle strade nazionali (OSN), che permette all'USTRA di mettere a disposizione gratuitamente gli spazi che non usa)».

Ma come è nato il postulato? «L'ho fatto perché ho notato che l'USTRA, quando stava realizzando dei pannelli antirumore a Bellinzona, non aveva previsto di metterci il fotovoltaico. Mi sono quindi chiesto: se non è lo Stato che da l'esempio... Chi lo dà? Poi su dei terreni dove è facile farlo».

Ora che il bando c'è, c'è anche la richiesta. E l'alta partecipazione indica che c'è interesse. «Esatto, e c'è interesse anche perché c'è un ritorno economico. Lo dimostra il fatto che non ci sono molti sussidi, e una parte dev'essere quindi autofinanziata dai privati. Forse è anche perché sono saliti i prezzi dell'energia che molti progetti di questo tipo sono considerati redditizi».

Un'idea nata 30 anni fa
Quindi i pannelli sulle barriere stanno diventando una realtà - ricorsi permettendo. Un contributo relativamente piccolo rispetto al potenziale nazionale sfruttabile in Svizzera, ma comunque un passo avanti, anche perché se n'era parlato già 30 anni fa. «Penso che il primo utilizzo del fotovoltaico sui pannelli autostradali nel mondo sia avvenuto sull'A13 a Landquart nei Grigioni, 30 anni fa. È stato un progetto sperimentale che è costato molto. Allora la Svizzera era prima al mondo nel fotovoltaico» ha aggiunto Storni. E poi cos'è successo? «Poi nell'applicazione non c'è mai stato un approccio sistematico... Anche perché la lobby del nucleare ha fermato tutto».

C'è stato un test anche in Ticino: «Erano fasi di sperimentazione, anche a Gordola avevano fatto un impianto lungo la ferrovia, ma nel frattempo - come è tipico in Ticino - hanno messo un secondo binario ed è stato rimosso il tutto». Ora, in Ticino, c'è solo un impianto del genere, a Melide. «Nell'applicazione pratica nel fotovoltaico il Ticino è tra gli ultimi in Svizzera, nonostante sia il Cantone più soleggiato... Viviamo in una repubblica dell'iperbole: sbandieriamo urbi et orbi quanto siamo eccellenti ma nella pratica non ci siamo».

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COMMENTI
 

Nikko 1 anno fa su tio
Molto bene! Vanno sfruttati adeguatamente tutti gli impianti adatti già esistenti e rivolti verso Sud; ad esempio il muro in cemento di una diga (Sella, Ritom, Verzasca, ecc), i ripari fonici ma anche valangari, guard-rail e ringhiere, pensiline e capannoni, ecc... che potrebbero essere completamente rivestiti di pannelli fotovoltaici. Al limite, ma nutro qualche dubbio, si potrebbero posare anche sulla superficie dei laghi alpini? Invece eviterei assolutamente di costruire centrali con km2 di pannelli su superfici intonse per evitare di occupare sempre più territori naturali.

Brasil63 1 anno fa su tio
45 anni fa un mio professore di matematica aveva installato i primi pannelli sul tetto della sua casa. Si è dormito parecchio in tutti questi anni. Nel Cantone più soleggiato della Svizzera....

falco8 1 anno fa su tio
Buona iniziativa, è da farsi sui bordi di tutte le autostrade come già ipotizzato da anni, non sulle Alpi.

JenaPlisckin 1 anno fa su tio
.... io non capisco... con tutte le dighe che potremmo costruire in questo paese saremo l' esportatore numero uno di elettricità sul continente.... poi magari si potrebbero spegnere le luci delle chiese di notte si potrebbero spegnere le luci dei giardini di notte si potrebbe spegnere un lampione sì e un lampione no sulle strade ecc... ecc...ecc...

Romano 1 anno fa su tio
Risposta a JenaPlisckin
Le dighe con la siccità non sono un gran affare. E comunque il problema non sono le luci, specialmente in Ticino, ma caricare auto elettriche da 500/600KW per muoversi ogni giorno, o far funzionare servizi che consumano elettricità come server, reti3/4/5G etc. Le dighe se non piove sono un problema, e nel 2022 ne abbiamo avuto un primo assaggio.

tulliusdetritus 1 anno fa su tio
Quindi mi aspetto da Storni che proponga di costruire sempre più autostrade, così da avere sempre più spazio per installarci pannelli solari. Corto circuito!
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