La riforma del regolamento delle piscine della città divide, e l'Udc promette un referendum per il divieto
GINEVRA - Si potrà indossare il burkini nelle piscine della città di Ginevra, lo ha decretato ieri sera il consiglio comunale con una maggioranza di 38 a 33 (e un solo astenuto) nel terzo dibattito sulla riforma dei regolamenti per le strutture sportive.
Nelle strutture sportive e nei lidi del capoluogo il nuovo regolamento permetterà d'indossare capi da bagno che siano «decenti e appropriati», senza entrare nel dettaglio delle tenute dei bagnanti e delle bagnanti.
Un cambio netto rispetto al quello precedente - che aveva requisiti molto dettagliati per costumi maschili e femminili (con tanto di misure) - proposto dalla sinistra guardando all'inclusività e tenendo in considerazione i disabili, le donne incinte e le persone con cicatrici: «Francamente, il burkini è l'ultimo dei nostri pensieri», ha confermato il consigliere comunale socialista Pascal Holenweg, uno dei proponenti.
La cosa non è andata affatto giù alla destra, soprattutto all'asse Udc-Plr, che ha visto nel testo un'apertura al burkini e che ha parlato «d'imposizione di un dogma» e di «attentato alla laicità».
I democentristi, intanto, promettono di portare la decisione davanti al popolo ginevrino, scrive il Tribune de Genève, iniziando una campagna di raccolta firme da tradurre in referendum. Stando a Le Temps, lo stesso potrebbero fare anche i liberali.
Di burkini e piscine se n'era parlato anche in Ticino, e precisamente nel 2021 a Locarno, con una risposta netta da parte del Municipio a una mozione leghista.