Anche la sinistra si aggiunge al coro di proteste. Al centro della questione gli abitanti di una palazzina e delle persone richiedenti asilo
WINDISCH - Uno sfratto che crea divisioni. Per fare spazio alle persone in cerca di un rifugio e accolte dalla Svizzera, 49 inquilini di un edificio di Windisch (AG) a devono lasciare gli appartamenti in cui vivono in affitto. Sono, per la maggiore, persone con poca disponibilità economica e che già in passato si sono ritrovate a vivere per strada. La questione, portata recentemente alla luce da 20Minuten - e che è diffusa a livello svizzero - ha attirato anche grande indignazione politica, da ogni sfumatura.
Luzia Capanni, grancosigliera del Partito socialista svizzero e membro della Commissione per l'integrazione a Windisch (AG), ritiene che «con lo sfratto si mettono le une contro le altre persone con poche risorse economiche». E questo è problematico perché «non solo distrugge la solidarietà tra rifugiati e popolazione, ma può anche portare a razzismo».
Inoltre questo provvedimento andrebbe solo a spostare il problema: «Se gli inquilini non riescono a trovare un appartamento, il comune è responsabile per loro». Esistono già due centri cantonali per l'asilo nel comune e anche quello federale di Brugg rappresenta una sfida per Windisch: «Siamo sempre stati aperti riguardo all'accoglienza e al sostegno dei rifugiati. Ma questo richiede uno scambio aperto e trasparente tra il cantone e il comune. In questo caso non ha funzionato».
Dello stesso parere il socialista e presidente della Netzwerk Asyl Aargau Rolf Schmid. «Una cosa del genere non è possibile, è estremamente pericolosa. Questo perché invia un segnale completamente sbagliato alla popolazione. Dà l'impressione che ci sia una priorità tra i gruppi di popolazione».
Una nuova petizione - Per fronteggiare quanto accade, sempre il Partito Socialista argoviese ha lanciato una petizione: «Siamo stupiti e arrabbiati per le azioni del cantone. Chiediamo l'immediata sospensione del piano di accoglienza per richiedenti asilo a Windisch e la revoca degli sfratti».
Al coro si aggiungono anche i Verdi. Dal nazionale Irène Kälin afferma che «se quanto comunicato lunedì dal comune di Windisch è vero, allora il cantone Argovia ha mancato di tatto affittando la proprietà».
Gli alloggi a prezzi accessibili scarseggiano per tutti: «Capisco molto bene la frustrazione e l'incomprensione tra gli inquilini a cui è stato dato il preavviso». Ma è anche un dato di fatto che a dare loro disdetta sia stato il locatore e non il cantone stesso.
Secondo Marianne Binder (Centro/AG) sul caso si sa troppo poco. «Probabilmente non è stato il cantone a dare disdetta agli inquilini, ma il proprietario. A quanto pare, il cantone e il proprietario hanno stipulato questo accordo». Indipendentemente da ciò, comprende l'irritazione della comunità quando le persone vengono cacciate dagli appartamenti e poi invece di una, l'altra rimane semplicemente in piedi per strada. «È assurdo».
Critiche anche dal comune - Il consiglio comunale di Windisch ha aspramente criticato il consiglio di governo. Ma non vi è alcun fondamento giuridico che permetta al comune di opporsi a quanto stabilito. Spetterà quindi al cantone, come riferisce il comune stesso, adoperarsi per garantire che le decisioni prese vengano revocate.
Il servizio sociale cantonale ha dichiarato lunedì di aver ricevuto una lettera dal consiglio comunale a cui risponderà nei prossimi giorni.