Per lo psichiatra Jean-Claude Métraux, dietro a gesti come quello di giovedì (la presa di ostaggi sul treno) ci sarebbe tanta disperazione
LOSANNA - C'è la disperazione dietro gesti come la presa di ostaggi di giovedì sera su un treno regionale nel canton Vaud, effettuata da un richiedente asilo iraniano poi ucciso dalla polizia. Lo sostiene lo psichiatra Jean-Claude Métraux, stando al quale le decisioni prese dal sistema pongono queste persone in una situazione di totale impotenza.
«Sono trent'anni che lavoro con richiedenti asilo e noto un peggioramento del loro stato di salute che va di pari passo con quello delle condizioni di accoglienza in Europa e in Svizzera», dichiara lo specialista nella presa a carico di migranti a "Le Matin Dimanche" in edicola oggi.
Nella Confederazione, la nuova gestione dei centri federali implica sia un'incertezza assoluta, che può durare 140 giorni, sia l'impossibilità di trovare un periodo di tranquillità, osserva Métraux. Secondo il losannese, i richiedenti spesso hanno la sensazione di non essere creduti, oppure che chi dovrebbe ascoltarli sia sprezzante.
Per Métraux la Svizzera deve offrire condizioni migliori. Potrebbe ad esempio concedere qualche mese di tempo per sistemarsi prima di prendere qualsiasi decisione.