I due destinatari lavorano per il celebre produttore di segnatempo di lusso. L'azienda scrive ai propri dipendenti.
GINEVRA - Un pacco bomba è esploso lunedì alle 16:15, in un tranquillo quartiere di Ginevra, ferendo gravemente una ragazzina di 12 anni.
Visto l'uso di esplosivi, come da prassi, il caso è passato nelle mani del Ministero pubblico della Confederazione (MPC). La procura federale al momento mantiene un profilo basso: «Sono in corso le indagini e si stanno battendo tutte le piste possibili». Per il momento non vengono quindi fornite ulteriori informazioni, come riferisce il Tages-Anzeiger.
Tuttavia sono evidenti i parallelismi con un caso simile: in agosto una bomba, precedentemente collocata in un sacco della spazzatura, è esplosa in un altro quartiere di Ginevra ferendo gravemente un uomo a una gamba e a un piede. Secondo il Tagi, entrambi i pacchi erano indirizzati a dipendenti di Patek Philippe, il produttore svizzero di orologi di lusso.
Entrambi lavorano presso il produttore degli ambiti segnatempo da oltre dieci anni: uno come ingegnere meccanico, l'altro come orologiaio. Secondo la televisione svizzera romanda RTS, che ha parlato con diversi dipendenti, nessuno sembra essere a conoscenza di conflitti con la loro azienda. Tuttavia, vengono menzionati casi di bullismo e/o molestie. Qualche anno fa era stato addirittura chiamato in causa l’ispettorato cantonale del lavoro.
Patek Philippe non ha voluto esprimersi in merito a queste voci. Dopo l'episodio di agosto, 20 Minutes ha riferito di una lettera di minacce sulla quale era scritto: «La prossima volta attaccheremo i dipendenti». Ma nessuno ha confermato questa informazione.
In seguito alla seconda esplosione, l'azienda ha reagito con una comunicazione interna, messa a disposizione del Tages-Anzeiger. In questa, la direzione si dice «sotto shock». «La sicurezza dei dipendenti - viene assicurato - è la massima priorità». Proprio per questo, a scopo precauzionale, sono state rafforzate le misure di sicurezza. Nella stessa circolare, i dipendenti vengono invitati ad esercitare «cautela e discrezione in relazione alle attività svolte alla Patek Philippe».