Nuovi documenti inchioderebbero la banca svizzera. Gli Usa vogliono fare chiarezza.
WASHINGTON - Secondo un'inchiesta della Commissione bilancio del Senato degli Stati Uniti, Credit Suisse (CS) avrebbe nascosto informazioni nel corso di precedenti indagini sui conti bancari che erano appartenuti a nazisti durante la Seconda Guerra mondiale.
«Decine di migliaia di documenti scoperti in seguito all'indagine della commissione forniscono nuove prove sull'esistenza di conti collegati ai nazisti che finora erano sconosciuti o solo parzialmente noti», ha indicato ieri la commissione in un comunicato.
«La banca non ha rivelato l'esistenza di questi conti nel corso delle indagini precedenti», svolte in particolare negli anni Novanta del secolo scorso, si legge nella nota.
Questo annuncio segue le conclusioni dell'ex procuratore Neil Barofsky, nominato mediatore a CS nel 2021. Barofsky è stato congedato da Credit Suisse nel 2022 dopo che la banca «ha fatto pressione su di lui affinché limitasse le sue indagini», afferma la commissione senatoriale. Barofsky successivamente è stato reintegrato nel 2023, dopo che CS è stata acquisita da UBS.
Secondo il quotidiano statunitense The Wall Street Journal, la squadra di Barofsky ha scoperto documenti che identificavano altri clienti con legami con i nazisti, tra cui un conto controllato da ufficiali di alto rango delle SS.
Credit Suisse «non ha sempre condiviso le informazioni in suo possesso», ha affermato Barofsky in una lettera inviata alla commissione del Senato a metà dicembre e resa pubblica ieri. «La mia squadra ha lavorato a stretto contatto con Credit Suisse per garantire che tutte le parti pertinenti dei suoi archivi che ancora esistono venissero incluse nell'indagine», ha affermato inoltre Barofsky.
Contattata dall'agenzia di stampa France-Presse (Afp), UBS ha dichiarato di essersi «impegnata a contribuire a un censimento completo degli ex conti collegati ai nazisti, precedentemente detenuti presso le banche predecessore di Credit Suisse».
La banca ha indicato che fornirà «tutta l'assistenza necessaria» a Neil Barofsky «affinché possa continuare a far luce su questo tragico periodo della storia attraverso questa indagine».
L'indagine della commissione del Senato è ancora in corso. Nel 1998, le banche svizzere avevano accettato di indennizzare per 1,25 miliardi di dollari (1,14 miliardi di franchi al cambio attuale) agli ebrei derubati dai nazisti.