La partecipazione è stata di circa il 43%, un risultato nella media. In Ticino si è recato alle urne il 46% degli aventi diritto di voto
BERNA - Il popolo svizzero ha deciso di non mettere in pericolo i vantaggi derivanti dall'adesione a Schengen e Dublino: con il 63,73% di voti favorevoli ha infatti accolto la revisione della legge sulle armi. Il progetto, che traspone nel diritto elvetico la direttiva Ue modificata, prevede diverse misure contro l'abuso di armi e il mercato nero.
Complessivamente hanno detto sì alla riforma 1'501'485 persone. I contrari sono stati 854'528. La nuova legge sulle armi è stata approvata da tutti i cantoni ad eccezione del Ticino dove è stata respinta con il 54,50% dei suffragi. La Comunità di interessi del tiro svizzero (CIT), che riunisce 14 organizzazioni del settore ed è presieduta dal ticinese Luca Filippini, aveva lanciato il referendum.
Un sì tiepido è uscito dalle urne di Svitto (51,62%), Obvaldo (51,66%) e Appenzello Interno (52,90%). Più nettamente a favore della revisione della legge sulle armi hanno votato Basilea Città (74,99%), Ginevra (72,82%), Neuchâtel (72,60%), Vaud (71,55%) e Zurigo (70,58%).
Partecipazione - Le votazioni federali odierne non hanno spinto oltremisura i cittadini svizzeri alle urne. La partecipazione è stata di circa il 43%, ciò che rappresenta un risultato nella media.
Sciaffusa, dove il voto è obbligatorio, si piazza come al solito in vetta, con il 64% di affluenza. Seguono Basilea Città (53%), dove si votava anche a livello cantonale, Nidvaldo (50%) e Grigioni (49%). Chiudono la classifica Appenzello Interno e Glarona (36%). In Ticino si è recato alle urne il 46% degli aventi diritto di voto.