Secondo indiscrezioni, il limite agli assembramenti non verrà rinnovato a settembre
A difendere la misura a Palazzo federale sarebbe rimasto ormai solo il ministro della Salute Alain Berset
BERNA - Luce verde dal Consiglio federale. L'ultima parola dovrebbe arrivare con la seduta di domani, ma secondo indiscrezioni i giochi sono già fatti: la regola anti-grandi eventi in Svizzera avrebbe le settimane contate. Il limite di mille persone per gli assembramenti non arriverà all'inverno, e probabilmente nemmeno all'autunno.
Ad anticiparlo, citando fonti vicine al governo, è il Blick. Secondo il quotidiano svizzero tedesco, a difendere la misura a Palazzo federale sarebbe rimasto ormai solo il ministro della Salute Alain Berset, messo all'angolo dai colleghi. La proposta originaria del socialista era di estendere il divieto fino ad aprile 2021, ma sarebbe stata cestinata da un pezzo. In queste ore il consigliere federale starebbe cercando di estenderlo almeno «per due o tre mesi in autunno» ma deve fare i conti con l'opposizione della frangia borghese. Compreso l'ex medico cantonale Cassis.
Una battaglia in salita. Non dovesse riuscirci, la "soglia dei mille" cadrebbe già a fine agosto. Al suo posto verrebbe introdotto un sistema differenziato, con contingenti diversi in base ai settori e ai piani di protezione. A spingere per quest'ultima opzione è il mondo degli organizzatori di eventi. Una dozzina di enti, tra cui lo Swiss Economic Forum e Bernexpo, hanno scritto una lettera a Berset. «Il limite delle mille persone mina alle fondamenta il nostro settore» si legge nella missiva.
Anche lo sport fa pressing: una petizione online lanciata da un gruppo di tifosi ha raccolto in poco tempo 13mila firme. I club di calcio e di hockey fremono per ripartire: «Se il divieto venisse esteso a settembre, la vedo nera per molte squadre» ha dichiarato il Ceo della Swiss Football League Claudius Schäfer. «Abbiamo dimostrato al governo federale che stiamo prendendo sul serio la nostra responsabilità con concetti di protezione dettagliati».
Contrario invece Michael Jordi, direttore della Conferenza dei direttori cantonali della sanità. «La situazione è ancora molto instabile. Il divieto andrebbe esteso almeno fino a fine anno».