15 persone, fra cui il presidente Alexander Lukashenko, non potranno entrare nel nostro Paese.
Questo perché sono accusate di violenze e arresti arbitrari dopo le contestate elezioni
BERNA - In linea con le decisioni emanate dall'UE pochi giorni fa, anche il Consiglio federale ha esteso le sanzioni nei confronti della Bielorussia. Si tratta di provvedimenti bancari e un divieto di ingresso e transito per 15 persone, tra cui il presidente Alexander Lukashenko.
Oltre al presidente Lukashenko, fra i sanzionati vi è anche suo figlio - nonché consigliere per la sicurezza nazionale - Viktor Lukashenko. I loro valori patrimoniali sono bloccati ed è vietato loro entrare e transitare in Svizzera, precisa una nota odierna dell'esecutivo. Le 15 nuove persone toccate dalle misure sono accusate di violenze e arresti arbitrari dopo le contestate elezioni svoltesi nel Paese.
Già il 12 ottobre, in seguito agli eventi verificatisi dopo le elezioni presidenziali in Bielorussia, il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) aveva inserito 40 persone nell'elenco dei sottoposti a sanzioni, conformandosi a quanto deciso dall'UE il 2 ottobre.
Il Consiglio federale oggi ha inoltre deciso di inserire nell'ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti della Bielorussia (RS 946.231.116.9) un embargo sui beni d'armamento e sui beni che potrebbero essere utilizzati per la repressione interna. Questa misura era stata adottata dall'UE già nel 2011; in Svizzera finora è stata applicata in gran parte in base alla legislazione sul materiale bellico e sul controllo dei beni a duplice impiego.
Berna chiede inoltre al governo bielorusso di dialogare con la società civile, rispettare i suoi impegni internazionali in materia di diritti umani: in particolare di garantire le libertà di opinione, riunione e associazione, di scarcerare tutte le persone detenute indebitamente e di indagare sugli atti di tortura e sui maltrattamenti perpetrati dalle forze di sicurezza.