Il presidente dell'Unione sindacale svizzera dubita che l'Ue voglia innescare un'escalation in merito all'accordo quadro
Secondo Pierre-Yves Maillard neppure l'Europa vuole rapporti conflittuali con la Svizzera: «Abbiamo stretti legami con i paesi confinanti».
BERNA - Il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS) Pierre-Yves Maillard ritiene che nelle relazioni tra la Svizzera e l'Unione europea (Ue) la via bilaterale sia ancora attuale. Dubita anche che l'Europa voglia una «escalation conflittuale».
Interrogato oggi sui giornali romandi del gruppo Tamedia se ritiene che non ci sia bisogno di un accordo quadro, Maillard ha risposto di credere che «si vedrà che la logica bilaterale ha un futuro». Ha aggiunto che «l'Ue e la Svizzera hanno guadagnato insieme da questi accordi» e che la Svizzera è un partner commerciale molto importante, soprattutto per i grandi paesi vicini.
Per il presidente dell'USS i negoziati sull'accordo quadro sono a un'impasse perché i negoziatori federali «hanno superato il loro mandato e sono entrati nella questione dei salari e del servizio pubblico».
Alla domanda se in assenza di un accordo quadro l'Europa rischierebbe di arrabbiarsi e persino di far saltare i Bilaterali, Maillard ha detto di non esclude totalmente questa possibilità, ma dubita che «l'escalation del conflitto sia voluta, in particolare dai nostri paesi vicini con cui abbiamo legami così stretti».
Ha aggiunto che «se negoziamo con il timore di far arrabbiare il partner, anche quando la nostra posizione è legittima», tanto vale chiedere all'Ue le sue condizioni e firmare subito. «La Svizzera non ha motivo di partire perdente», ha detto il consigliere nazionale socialista vodese.