L'Ambasciatore francese assicura che il dossier Svizzera-UE sarà discusso da Bruxelles nei prossimi mesi.
L'appuntamento avrebbe dovuto aver luogo durante il WEF, ma è stato cancellato da Omicron. «È importante che il vicepresidente della Commissione Sefcovic e il presidente Cassis possano comunque avere degli scambi».
BERNA - Bruxelles attende le proposte elvetiche nel dossier Svizzera-UE, anche se il Covid-19 ha stravolto tutto il calendario. Interrogato da Le Temps, l'ambasciatore francese in Svizzera Frédéric Journès assicura che il tema sarà discusso dai 27 nei prossimi mesi.
Il Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) previsto in gennaio, durante il quale l'Unione europea attendeva le proposte del Consiglio federale per riprendere i negoziati dopo l'affossamento dell'accordo quadro istituzionale, è stato rinviato all'estate 2022 a causa della nuova variante Omicron del coronavirus. Bruxelles intende tuttavia continuare le discussioni, ha indicato oggi Journès al quotidiano romando.
«Un appuntamento era stato fissato a Davos», ha sottolineato l'ambasciatore, che si è espresso a pochi giorni dall'inizio della presidenza francese dell'UE, il prossimo primo gennaio. «Sebbene la situazione sanitaria sia peggiorata, è importante che il vicepresidente della Commissione Maros Sefcovic e il presidente della Confederazione Ignazio Cassis possano comunque avere degli scambi», ha proseguito.
Journès ha aggiunto che «il Consiglio federale deve agire» e che «il dossier deve avanzare». Ha ricordato che Bruxelles si aspetta delle proposte dal Consiglio federale «su temi chiave quali la ripresa dinamica dell'acquis comunitario, il regolamento dei contenziosi e l'adeguamento nell'applicazione di taluni accordi sulla libera circolazione dei lavoratori».
Questi argomenti non sono scomparsi con il "no" all'accordo quadro, ha ammonito Journès. «Coloro che ci credono e lo dicono si sbagliano».
Nessun ruolo speciale
La Francia non giocherà alcun ruolo speciale nel dossier Svizzera-UE, nonostante assumi la presidenza di turno. «La Francia non intende dirigere l'Unione in questo semestre», ha aggiunto l'ambasciatore. «Insomma: non forzeremo la mano a nessuno». Si tratterà di favorire il compromesso e di far avanzare l'agenda sul tavolo, ha spiegato.
«L'Unione sta per costruire un nuovo treno, che sarà capitale per il futuro delle imprese europee», ha ancora osservato metaforicamente Journès. «La Svizzera non potrà salire a bordo di questo treno se rimane trainata dalla vecchia locomotiva bilaterale del 1999. Credere nelle vecchie ricette è astenersi dal pensare al futuro».