Al via la sessione straordinaria: saranno fino a tre giorni di ping-pong tra Nazionale e Stati
BERNA - Inizia nella tarda mattinata di oggi la sessione straordinaria sull'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. Le Camere federali sono chiamate a discutere i crediti urgenti chiesti dal Consiglio federale per complessivi 109 miliardi di franchi.
Nei prossimi tre giorni è previsto un ping-pong tra Consiglio nazionale e degli Stati, con le due Camere che si riuniranno a turno, ma mai contemporaneamente. Le discussioni, se il programma verrà rispettato, termineranno domani sera, o giovedì mattina se sarà necessario ricorrere a una conferenza di conciliazione.
L'argomento della sessione - Come noto, gli scorsi 16 e 19 marzo il Consiglio federale ha annunciato diverse misure volte a scongiurare il dissesto del Credit Suisse, banca di rilevanza sistemica.
Quale misura di sostegno, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha in particolare deciso di mettere a disposizione del Credit Suisse un sostegno di liquidità sotto forma di prestito per un ammontare massimo di 100 miliardi di franchi. Durante questa sessione straordinaria, il Parlamento sarà chiamato a liberare un credito d'impegno che fungerà da garanzia per la BNS.
Tale credito d'impegno - di 100 miliardi appunto - verrà impiegato solo in caso di necessità, «per permettere al Credit Suisse di proseguire la propria attività e quindi di procedere in modo ordinato all'acquisizione da parte di UBS», precisa il Governo nel messaggio. Questi mutui disporranno di un privilegio in caso di fallimento del Credit Suisse. Ciò significa che il loro rimborso avrà la precedenza sulle pretese di altri creditori.
UBS e il Credit Suisse dovranno anche pagare un interesse sul denaro preso a prestito dalla BNS nell'ambito della loro fusione. Il 19 marzo Marlene Amstad, presidente del consiglio di amministrazione della Finma, l'autorità di vigilanza dei mercati finanziari, ha detto che questo ammonterà all'1,5%.
Oltre ai 100 miliardi, il Consiglio federale ha chiesto al Parlamento di sbloccare 9 miliardi di franchi quale garanzia per UBS per eventuali perdite derivanti dalla vendita degli attivi del Credit Suisse. Questa garanzia verrebbe applicata solo se le perdite per UBS sarebbero superiori ai 5 miliardi.
Nel messaggio, l'esecutivo sottolinea come le due garanzie non avranno ripercussioni finanziarie dirette per la Confederazione. Conseguenze ci sarebbero infatti solo qualora il Credit Suisse dovesse fallire e la BNS, nonostante i privilegi nel fallimento sopraccitati, subisse una perdita che non potrebbe essere coperta dalla massa fallimentare, oppure se la realizzazione degli attivi assunti con l'acquisizione di Credit Suisse provocasse per UBS, come detto, perdite superiori ai 5 miliardi.
A fine marzo, le commissioni delle finanze dei due rami del Parlamento hanno raccomandato al plenum di approvare i due crediti urgenti.
Secondo la legge sul Parlamento (LParl), per convocare un'Assemblea federale in sessione straordinaria è sufficiente la richiesta da parte di un quarto dei membri di una Camera (ad esempio 50 membri del Consiglio nazionale). Nel caso in questione, il numero sufficiente di parlamentari è stato raggiunto già due giorni dopo l'annuncio del salvataggio di Credit Suisse da parte di UBS.
Il tema è, come noto, terreno di aspro scontro politico: il no ai crediti socialista è stato più volte ribadito, con un'apertura in caso di approvazione di quattro mozioni ancora pendenti al Nazionale e non all'ordine del giorno della sessione straordinaria. È imminente invece un pronunciamento da parte dell'Udc, che potrebbe anche decidere di non votare i crediti.