Prodotti Made in Italy bocciati dal sistema di etichettatura usato in Svizzera: l'ambasciatore italiano ne ha parlato con Parmelin.
BERNA - L’industria agroalimentare italiana e i produttori di alimenti tipici della dieta mediterranea sono seriamente preoccupati dalla legislazione in materia di etichettatura nutrizionale e la diffusione in Svizzera del Nutri-Score.
È quanto si legge in un comunicato dell'ambasciata d'Italia a Berna, trasmesso dopo un incontro odierno tra l’ambasciatore di Roma accreditato a Berna, Gian Lorenzo Cornado, e il consigliere federale Guy Parmelin, capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca.
Durante il colloquio, Cornado e Parmelin hanno parlato delle relazioni economico-commerciali tra i due Paesi e della Presidenza italiana del G7 che avrà inizio a inizio gennaio 2024. La Confederazione, ricorda la nota, è un partner strategico per l’Italia, con un interscambio «pari a 1 miliardo di euro a settimana e la presenza in Svizzera di più di 1'000 aziende italiane che impiegano 22'000 lavoratori con un introito annuale di circa 15 miliardi».
Il problema del Nutri-Score era già stato affrontato il 17 di ottobre scorso, quando Cornado ha presentato le credenziali al presidente della Confederazione, Alain Berset. Oltre all'etichettatura, si era parlato anche di cooperazione transfrontaliera, vie di comunicazione attraverso le Alpi e del contributo dell'Italia al dialogo tra l'Unione Europea e la Svizzera.
Introdotto in Svizzera su base volontaria e sostenuto dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria dal 2019, il Nutri-Score offre, tramite punteggi che vanno da A a E, una valutazione semplificata della qualità nutrizionale di un prodotto e consente un rapido confronto. Diverse grandi aziende e distributori in Svizzera - Nestlé o Lidl per esempio - lo adoperano già.
Questo sistema di classificazione ha però sollevato diverse obiezioni e critiche, di cui si è fatto portavoce anche il parlamento. Il 6 giugno scorso, per esempio, il Consiglio degli Stati ha adottato una mozione con 33 voti a 8 con cui s'intendono evitare gli effetti negativi del Nutri-Score. A detta della maggioranza, il Nutri-Score è semplicistico poiché non tiene sufficientemente conto del grado di lavorazione dei prodotti, della presenza di additivi, del concetto di sostenibilità, del metodo di produzione e dell'origine.
Capita che prodotti altamente trasformati, contenenti grandi quantità di ingredienti sostitutivi e additivi, ricevano talvolta una valutazione migliore rispetto ai prodotti naturali. Insomma, il Nutri-Score penalizzerebbe molti prodotti naturali (anche) svizzeri, come il formaggio, che contiene molti grassi.