Deplorata la capacità del consigliere federale dall'Udc. Definita caotica e pericolosa la situazione dell'asilo in Svizzera
CHEVRILLES (FR) - «Caotica e pericolosa», così questo martedì l'UDC ha definito la situazione dell'asilo in Svizzera, nel corso di un incontro coi media a Chevrilles (FR) per marcare a suo modo i 200 giorni in funzione del consigliere federale Beat Jans (PS), responsabile del dossier.
Fra gli oratori, riunitisi vicino al Centro federale per richiedenti asilo di Gouglera, anche il presidente del partito e consigliere nazionale svittese, Marcel Dettling, che ha deplorato un «massiccio aumento di effrazioni, furti e atti di violenza». Le ragazze non osano più usare i trasporti pubblici, mentre volgarità, molestie e interventi della polizia sono diventati comuni.
Situazione tesa - Stando al consigliere nazionale Nicolas Kolly, la situazione nel distretto della Singine dove è ubicato il Centro federale di asilo della Gouglera, è tesa; l'accettazione da parte dell'opinione pubblica si è esaurita. La gente aspetta una reazione dal Consiglio federale e in particolare dal responsabile dell'asilo Beat Jans. «Non possiamo accogliere tutti i richiedenti asilo del mondo a scapito del benessere dei cittadini svizzeri», ha spiegato.
Per Dettling, contrariamente ai suoi annunci di voler prendere il toro per le corna, il "ministro" di giustizia e polizia (DFGP) non sta facendo nulla per porre fine al dilagante abuso del diritto di asilo e all'immigrazione illegale.
Solo marketing - Al contrario, si sta muovendo sulla falsariga di chi l'ha preceduto, ossia la collega di partito Elisabeth Baume-Schneider, per di più aggravando la situazione rendendo più facile il ricongiungimento familiare. Insomma, per i democentristi il bilancio dei 200 giorni di Jans in carica è a dir poco fallimentare.
A detta del consigliere nazionale Pascal Schmid di Turgovia, fra l'altro responsabile del dossier asilo in seno al partito, la tanto strombazzata procedura di 24 ore annunciata da Jans per l'esame delle domande di asilo «si sta rivelando una manovra di marketing e la lotta mirata alla criminalità legata all'asilo è inefficace».
Invece di ridurre il numero di domande, si facilita il ricongiungimento familiare, si riconosce ogni donna afghana come rifugiata e si mette in discussione l'orientamento al rimpatrio per lo status di rifugiato. Per Schmid, «gli abusi nel campo dell'asilo sono importanti e chi non li vede è cieco». Una simile politica «non è più nell'interesse della nostra popolazione, è dannosa per essa».
Costi fuori controllo - Ma oltre a causare criminalità, la politica d'asilo è anche fonte di preoccupazione per i costi da essa generati. Per la zurighese Barbara Steinemann, deputata a Berna, il settore è costato ai contribuenti 3,5 miliardi di franchi solo per lo scorso anno.
A suo parere c'è opacità nel settore, sia che si tratti di assistenza a livello di comuni, di spese per la sanità o di misure per l'integrazione. «Nessuno sa quanto costa davvero l'asilo» - ha tuonato - aggiungendo che è necessario fare chiarezza al più presto su questi aspetti.
Confini, ci vogliono più controlli - Per il consigliere nazionale di Zurigo, Gregor Rutz, nella politica d'asilo di Beat Jans manca una strategia chiara e, soprattutto, la forza di imporre le proprie regole. Invece di pensare a come bloccare le rotte migratorie, il Consiglio federale vuole firmare il patto ONU sulla migrazione e si rifiuta di ripristinare i controlli alle frontiere. Di fronte al problema, il DFGP che fa? Calcola in quali palestre sarebbe possibile installare letti supplementari per i migranti, ha ironizzato il deputato democentrista.
Contattato da Keystone-ATS, il DFGP assicura di essere in costante contatto con i partiti e le organizzazioni e di tenere conto delle rispettive proposte nell'elaborazione di soluzioni.