Dopo gli errori di calcolo sull'evoluzione finanziaria dell'AVS, ora arrivano le critiche dal Controllo federale delle finanze
BERNA - Già sotto pressione per gli errori di calcolo riguardanti l'evoluzione finanziaria dell'AVS, l'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) è stato sollecitato dal Controllo federale delle finanze (CDF) affinché migliori, entro la fine del 2025, l'analisi dei rischi relative alla riforma delle prestazioni complementari.
Oltre a ciò, il CDF critica l'UFAS per non aver fatto abbastanza dalle sue ultime raccomandazioni del 2018. In un audit pubblicato oggi, il CDF deplora l'assenza di un sistema formalizzato basato sull'analisi dei rischi per le prestazioni complementari nell'ambito della riforma dell'AVS. Il CDF invita l'UFAS a correggere il tiro entro la fine del prossimo anno.
Questo richiamo all'ordine non è piaciuto molto all'UFAS, restio ad attuare tutte le nuove raccomandazioni del CDF. L'UFAS ha spiegato che nei cantoni manca personale competente e vi sono lacune a livello di sistemi informatici. Questi due aspetti rappresentano proprio i maggiori rischi legati alle prestazioni complementari, secondo il CDF.
Dal canto suo, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha indicato che l'applicazione delle misure richieste dal CDF dipenderà dalle risorse disponibili, poiché comportano un aumento del carico di lavoro
L'UFAS si è trovato sotto i riflettori quest'estate dopo aver annunciato un errore di diversi miliardi di franchi riguardante le proiezioni finanziarie dell'AVS. Le proiezioni dell'UFAS, rivelatesi sbagliate, sono dovute a formule matematiche errate confluite in un programma di calcolo. L'inghippo, una volta venuto alla luce, ha suscitato forti reazioni a livello nazionale. A farne le spese è stato il direttore dell'UFAS, Stéphane Rossini, che ha annunciato le dimissioni alla fine di ottobre.