Due fotografie suggeriscono pratiche di “nonnismo”. Ma dopo verifiche si scopre che è stata solo una farsa tra militi. Il portavoce della Difesa: «Scene simili nuocciono alla nostra immagine»
COIRA - Legato come un salame col nastro adesivo, un giovane milite si lascia fotografare in bilico sul muretto di una fontana. Attorno a lui altri soldati, tra cui uno che sembra filmare con lo smarphone. Un’immagine che ha subito fatto pensare a un episodio di “nonnismo”. La segnalazione, giunta in redazione indicava anche il luogo, la caserma di Coira e l’origine ticinese del drappello. Sì, perché assieme a questa fotografia ne è giunta un’altra, più innocente ma comunque inadeguata, dove si vede un soldato sull’attenti sotto il canale di scolo rotto di una grondaia.
Ma è la mummia in grigioverde a sollevare interrogativi. Domande che lo stesso Dipartimento federale della difesa ha rivolto al comandante della Scuola reclute di fanteria 12 a Coira: «Ha messo a confronto le sue reclute con le due foto - spiega Daniel Reist, portavoce dell’Esercito -. La risposta è stata unanime: il 20 luglio 2018, dopo il servizio di parco (la pulizia dell’equipaggiamento, ndr) le reclute avevano, a loro dire, “ancora un po’ di tempo”. Hanno allora deciso di fare una sorta di indovinello, la “mummia”! L’altra foto, scattata dopo una lunga giornata sotto il caldo torrido, era per rinfrescarsi sotto un getto d’acqua». Due “burle” insomma, secondo il portavoce, ma soprattutto «nessuna cattiva intenzione, niente uso della forza, niente mobbing, nulla di simile. Erano due atti del tutto volontari, ma...».
Sì, perché c’è un grosso ma. Chi ha scattato queste fotografie ha infatti violato l’ordine di servizio, che sta scritto che «i militi non possono durante il servizio militare scattare fotografie, filmati o sequenze, rispettivamente registrare presentazioni visive, sonore o dati di qualsiasi genere senza l’autorizzazione del comandante della compagnia». Per questo, sottolinea il portavoce, «il comandante cercherà di individuare la persona che ha pubblicato queste foto e adotterà, se del caso, una punizione disciplinare». I quadri della truppa verranno inoltre sensibilizzati sul fatto che, conclude Reist, «scene simili, anche se sono pensate come “divertenti”, nuocciono all’immagine del nostro Esercito e non devono essere tollerate».