Il consigliere nazionale leghista interroga Berna sui giocatori amatoriali lombardi che militano nelle leghe inferiori.
La decisione di Karin Keller-Sutter di non inasprire i controlli sul confine hanno fatto infuriare Quadri: «È l'ennesima dimostrazione che tutti entrano liberamente in Ticino».
BELLINZONA / BERNA - Lorenzo Quadri torna a battere il chiodo sulla questione delle dogane aperte. E lo fa, questa volta, entrando in tackle sui frontalieri del calcio regionale. Molte squadre delle leghe inferiori - soprattutto quelle vicine al confine italiano - sono infatti infarcite di calciatori che provengono dalla Lombardia - «tornata di recente in zona rossa» - e che vengono ad allenarsi in Ticino.
Un fatto, questo, che fa imbufalire Quadri: «SI tratta dell'ennesima dimostrazione - sottolinea il consigliere nazionale leghista in un'interpellanza rivolta al Consiglio federale - che tutti entrano liberamente in Ticino dalle province italiane limitrofe, non solo per lavorare ma per qualsiasi altro motivo a causa dell’assenza totale di controlli e di limitazioni sui confini con l’Italia».
Quadri se la prende soprattutto con la consigliera federale Karin Keller-Sutter che lunedì durante l'Ora delle domande in consiglio nazionale ha cestinato una richiesta di Marco Romano che chiedeva controlli sistematici alle frontiere. «Il Consiglio federale - sbotta il consigliere nazionale ticinese - rifiuta ostinatamente, per motivi ideologici, di prendere le citate misure sui confini, indispensabili alla tutela della salute pubblica. Contemporaneamente protrae però a oltranza il lockdown in patria, con gravi conseguenze economiche, occupazionali e umane».
Per questi motivi Quadri rivolge tre domande specifiche al Consiglio federale.
È accettabile che in Ticino entrino dalla Lombardia tornata in zona rossa frotte di persone per praticare attività sportiva amatoriale (ad esempio calcistica) non permessa in patria, con tutti i rischi sanitari che ne derivano?
È in generale accettabile che, mentre le riaperture di attività economiche in Svizzera sono “in bilico”, il Ticino diventi un attrattore di persone che arrivano in massa dalla Lombardia non certo per lavorare, ma per qualsiasi motivo?
Le attività economiche in Svizzera (e in particolare in Ticino) resteranno chiuse ancora per settimane, con tutte le conseguenze del caso e segnatamente fallimenti a catena, perché il Consiglio federale rifiuta per motivi ideologici di limitare la mobilità transfrontaliera?