La Fondazione SOS Infanzia spiega come sta aiutando l'accoglienza dei profughi dall'Ucraina
La presidente Daria Brughelli: «È fondamentale che non accada quanto segnalato dalle istituzioni, cioè famiglie che vengono “riportate” ai centri di raccolta». Anche da qui l'idea di donare delle carte spesa prepagate.
BELLINZONA - Cuore e inventiva, per sopperire ai tempi di reazione e messa in moto dell’apparato statale e alla “generosità” assai trattenuta dello Stato coi profughi. O meglio coi privati che li ospitano. Uno degli equivoci, sorti attorno all’ospitalità, sta nel fatto che chi offre un tetto voglia guadagnarci. Nulla di più sbagliato. Mentre invece però molti dei ticinesi che hanno risposto presente all’invito ad accogliere rifugiati si attendevano una mano dal Cantone, almeno per il vitto. Mano che però non è spuntata: l’ospitalità è volontaria e deve essere gratuita, ha ribadito ieri il Consiglio di Stato.
La rapidità dell'accoglienza - «La cosa che fa dispiacere e lascia anche un po’ di stucco - sostiene Daria Brughelli, presidente della Fondazione SOS Infanzia - è che ci sono molte iniziative private, anche molto efficaci e rapide, ma il Cantone non ne approfitta, anzi lancia segnali che rischiano di avere l’effetto contrario. Trovo sia peccato anche per il messaggio che si dà al cittadino, quando per una volta stiamo invece sperimentando una generosità e una solidarietà che mi sembrano mai viste in precedenza». E allora ci si industria. SOS Infanzia, ad esempio, si è messa a disposizione per raccogliere e distribuire dei buoni spesa. E per farlo in tempi brevi: «Ci sono famiglie che da settimane sostentano i profughi e molte di loro cominciano a far fatica a sostenere questo onere. Per noi è fondamentale supportarli anche in questo, affinché non accada quanto segnalato dalle istituzioni, cioè famiglie che vengono “riportate” ai centri di raccolta» nota Brughelli.
En attendant... le forfait - Certo, prima o poi (la data indicata è dall’11 aprile) arriveranno i “forfait” per il sostentamento delle persone con permesso S che vivono in un appartamento o ospiti di una famiglia. La cifra sarà di 500 franchi al mese per una persona singola, 750 per coniugi, più 317 franchi per figlio minorenne. Basteranno? Con una gestione oculata probabilmente sì, anche se tutti sanno quanto pannolini e alimenti per i piccoli dissanguino i portafogli svizzeri. «È più di un mese che c’è la guerra e solo per il 4 aprile è previsto l’invio delle convocazioni per il ritiro delle prestazioni a Giubiasco... Tra l’altro, l’idea di convocare tutti in un luogo per il ritiro delle prestazioni fa temere un caos o quantomeno tempi ulteriormente lunghi» teme Brughelli.
Il lavoro sul campo - La discesa in campo della Fondazione SOS Infanzia è partita dall’iniziativa del Lions Club Monteceneri di finanziare un trasporto con un bus dall’Ucraina. «Da lì - spiega Brughelli - ci siamo trovati a gestire le persone che sono arrivate in Ticino. Grazie a un proprietario, abbiamo potuto contare su due appartamenti a Morbio. Parlando poi con le famiglie ospitanti, ci siamo accorti che alcune non avevano nessun problema a mantenere i profughi, altre con minori disponibilità potevano farlo per un tempo più limitato».
Fate i buoni - La raccolta di tessere spesa mira a raccogliere fondi in maniera un po’ più sistematica con tutte le garanzie che dà una Fondazione. «SOS Infanzia - sottolinea Brughelli - è un ente sorvegliato e può ricevere contributi deducibili fiscalmente. La firma congiunta garantisce la tranquillità di una buona gestione». L’idea dei buoni prepagati è giunta da una persona facoltosa, che ospita una famiglia ucraina. «È stato lui ad aver lanciato quindi l’idea delle carte prepagate, siano esse di Coop, Migros, Lidl, Aldi, Denner, etc, che chi fa spesa può acquistare e inviare alla Fondazione SOS Infanzia… così che possano essere distribuite direttamente alle famiglie ospitanti». Per chi vuole contribuire, l’indirizzo è: Fondazione SOS Infanzia, c/o Daria Brughelli, Co' d'Föra 26, 6808 Torricella.