Raccolta firme per modificare la convenzione col Vaticano. Il vescovo de Raemy non si schiera.
LUGANO - Non prende posizione.
È il commento ufficiale del vescovo Alain de Raemy, amministratore apostolico della diocesi di Lugano, in merito alla raccolta firme avviata da alcuni parlamentari (a titolo personale). L’obiettivo: chiedere la modifica del capoverso della convenzione con la Santa Sede del 1968.
Secondo quel punto dell’accordo, infatti, il Papa nomina il vescovo esclusivamente fra i cittadini ticinesi. La volontà è superare quella condizione. A lanciare la proposta, riporta il Cdt,i granconsiglieri Maddalena Ermotti Lepori (Il Centro/PPD) e Giancarlo Seitz (Lega), nonché l’ex presidente dell’Azione Cattolica ticinese Luigi Maffezzoli. L’idea nasce dall’apprezzamento dell’operato di de Raemy, nominato amministratore apostolico da Papa Francesco dopo le dimissioni del vescovo Valerio Lazzeri.
«L’Amministratore apostolico ha appreso dagli organi di stampa della notizia dell’avvio, da parte di alcuni privati cittadini, di una raccolta firme - si legge in un comunicato stampa inviato dalla diocesi - A questo proposito, pur rispettando la scelta degli iniziativisti, ritiene di non dover prendere una posizione in merito».