Le informazioni sullo stato non ottimale del lago iniziano a girare e in molti chiamano per conoscere la situazione
LUGANO - Un lago color verde acceso offre sicuramente lo sfondo per una foto instagrammabile. Certo è però che, per chi delle acque del Ceresio ci vive, a partire dagli addetti del settore turistico, o per quanti ci arrivano per trascorrere le vacanze, non è uno spettacolo altrettanto scenografico. Anzi. Il proliferare incontrollato, e attualmente senza spiegazioni precise, dei cianobatteri rappresenta, se non si troveranno soluzioni, un danno devastante.
A testimoniarlo in prima persona è Jacopo Donati del Camping Lugano di Agno. «È per noi un grave problema. Da metà agosto il lago non è più stato balneabile e molti turisti se ne sono andati via. Anche perché scoprire di non potersi fare il bagno, provoca inevitabilmente simili reazioni. Diversi ospiti olandesi, tedeschi o in arrivo dalla Svizzera interna - che nulla sapevano - dopo un giorno hanno preferito spostarsi. E si trattava magari di clienti che avevano prenotato per 5 giorni».
A ciò si aggiunge anche un altro problema da non sottovalutare. «Le informazioni sullo stato non ottimale del nostro lago iniziano a girare. In molti chiamano per sapere cosa si dovranno aspettare arrivando da noi. E così, sempre più spesso preferiscono andare sul Lago Maggiore o sul lago di Como», aggiunge Donati.
Ecco allora che viene accolta positivamente la recente notizia della mozione depositata in Gran Consiglio dai deputati del Centro Berardi e Ghisolfi, per avviare uno studio capace di comprendere le ragioni del proliferare dei cianobatteri. «Noi intanto siamo sempre in contatto con i municipi e con il Cantone per mantenere alta l’attenzione sul fenomeno».
Meno toccati dal problema ma in ogni caso in allarme anche gli albergatori. «La situazione è sotto gli occhi di tutti. Forse per i clienti degli alberghi cittadini ha un impatto minore rispetto ai campeggi, ma si deve intervenire subito - spiega Federico Haas di Hotellerie Suisse Ticino - Doveroso indagare per trovare cause e rimedi. Connesso a ciò vorrei rilanciare un tema importante: a Lugano sono sempre pochi i punti di accesso al lago, andrebbero sviluppati progetti per incentivare tale offerta e ovviamente in tale ottica diventa prioritario poter contare su acque pulite e senza la presenza di cianobatteri».
Convinto della necessità di indagare sul fenomeno anche il presidente di Ticino Turismo, Simone Patelli. «Doveroso avviare le indagini e gli studi necessari per capire da cosa può dipendere il fenomeno e comprendere possibili effetti negativi».