Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità, duro sull'incremento del 10,5%.
BELLINZONA - «Il sistema è ormai al limite. È necessaria una riforma totale, subito». Non usa giri di parole Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) nel commentare i rincari annunciati per i premi della cassa malati per il 2024. Rincari che pongono il Ticino nella ben poco invidiabile posizione di essere il Cantone con l'aumento peggiore di tutta la Confederazione con un +10,5%.
«Abbiamo appreso con enorme preoccupazione e delusione le cifre annunciate. Siamo sconcertati anche perché tali incrementi, dopo il +9,2% del 2023, arrivano in un momento in cui le famiglie faticano. Il potere d’acquisto è ai minimi e il budget familiare deve confrontarsi con incrementi dei costi dell’energia, dei trasporti, dei beni di prima necessità. È una doppia stangata che supera i peggiori scenari immaginabili», dice De Rosa.
Un’analisi accorata della situazione, aggravata anche dal fatto che «tali premi non tengono conto anche dell’inflazione registrata nel 2022 che si manifesterà in fase di rinegoziazione delle tariffe. Impressiona vedere come in due anni l’incremento sia quasi del 20%», spiega De Rosa che coadiuvato dall’avvocato Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica, ha fornito numerose cifre.
«Il dato del 10,5% si scompone in un incremento delle tariffe pari al 10,35% per gli adulti, al 12,2% per i giovani (da 19 a 25 anni di età) e del 9,6% per i minorenni. In valore assoluto ci sarà un incremento di 502 franchi per gli adulti, di 349 per i giovani e di 127,50 franchi per i minorenni», spiega De Rosa che conclude contestando «le previsioni di costo che da parte nostra sono da ritenersi eccessivi», dice De Rosa.
Il direttore Bianchi ha inoltre aggiunto ulteriori dettagli. «L’evoluzione delle spese nei vari settori non è uniforme, L’impennata maggiore si registra nell’ambito della fisioterapia con un 9,3% (la più alta). Stabili gli studi medici (2,9%) - dice Bianchi - Altro elemento da prendere in considerazione è che i cittadini arrivano a utilizzare anche 8 o più fornitori di prestazioni durante l’anno e si riduce la percentuale di quanti non fanno ricorso a cure mediche. Erano il 30% nel 2012, sono scesi al 25% nel 2017. A ciò si lega anche il fatto che in Canton Ticino sono aumentati del 50% i medici abilitati a fatturare», spiega Bianchi.
La conclusione è chiara: «Bisogna riformare il sistema. Bisogna rivedere i tariffari, bisogna lavorare per rimodulare l’intero approccio al settore. Il nostro è il cantone più vecchio», chiude De Rosa.