Il nostro cantone è risultato in controtendenza rispetto al resto della Svizzera.
BELLINZONA - Passo indietro per il turismo svizzero: in settembre è stata registrata una flessione dei pernottamenti dell'1,4% rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso, sulla scia di un arretramento degli ospiti elvetici che ha inciso in modo particolare sui Grigioni. Il Ticino si dimostra invece in contro tendenza, emerge dai dati diffusi oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST).
Quello osservato a livello nazionale è peraltro solo il secondo arretramento mensile del 2024, dopo un 2023 già da record: il primo era stato in aprile (-3,4%). Concretamente in settembre sono state registrate 4,0 milioni di notti, di cui 1,9 milioni (-5,7%) di svizzeri e 2,1 milioni (+2,9%) di stranieri.
A livello regionale i Grigioni arretrano sensibilmente (-7,8% a 424'500), mentre il Ticino avanza (+1,9% a 286'200). Fra le realtà più importanti del settore incrementi importanti sono stati mostrati anche da Zurigo (+4,6%) e Ginevra (+4,7%), mentre scarso dinamismo è stato osservato a Lucerna (-1,0%) e in difficoltà è apparso il Vallese (-5,7%).
Per quanto riguarda i paesi di provenienza, a dominare il comparto estero sono gli Stati Uniti (427'400 notti), davanti a Germania (349'100 notti), Regno Unito (142'500), Francia (110'000), Cina (74'800), India (65'000), Italia (64'700), Paesi Bassi (62'300) e Australia (52'200).
Cumulando i dati dei primi nove mesi del 2024 i pernottamenti arrivano a 33,7 milioni, in incremento dell'1,8% su base annua. La crescita è stata trainata dagli stranieri (+4,3% a 17,4 milioni), mentre gli svizzeri fanno segnare una lieve flessione (-0,6% a 16,3 milioni). Il Ticino presenta un calo (-3,9% a 2,1 milioni), mentre i Grigioni si inseriscono perfettamente nella media (+1,8% a 4,5 milioni). La classifica dei paesi di provenienza di chi arriva da oltre confine vede al primo posto in questo caso la Germania (3,0 milioni), tallonata dagli Stati Uniti (2,8 milioni), mentre già più lontano è il Regno Unito (1,3 milioni), che è seguito da Francia (1,1 milioni) nonché da Italia, Paesi Bassi e Cina (tutti a 0,6 milioni).