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CANTONEPestaggio di Gravesano, gli autori restano in carcere

17.11.17 - 18:29
La Corte ha stabilito fino a tre anni e nove mesi di detenzione. Soltanto per uno degli imputati si parla di tentato omicidio, per l’altro si tratta di aggressione
tipress
Pestaggio di Gravesano, gli autori restano in carcere
La Corte ha stabilito fino a tre anni e nove mesi di detenzione. Soltanto per uno degli imputati si parla di tentato omicidio, per l’altro si tratta di aggressione

LUGANO - Tre anni e nove mesi di carcere e l’espulsione dalla Svizzera per l’italo-brasiliano, tre anni e mezzo per il ticinese. Per entrambi una multa di cento franchi e l’obbligo di seguire un trattamento ambulatoriale. Lo ha stabilito la Corte delle Assise criminali di Lugano, che poco fa ha condannato i due venticinquenni a processo per il pestaggio di Gravesano dello scorso 24 febbraio. Un pestaggio scaturito da un debito di 280 franchi e in cui era rimasto gravemente ferito un loro amico di 21 anni. Confermato il reato di tentato omicidio per dolo eventuale per l’italo-brasiliano. Mentre per lo svizzero si parla di aggressione, che avrebbe però potuto portare alla morte di un uomo. «Si resta sconcertati da come una serata di festa abbia potuto trasformarsi in un dramma sfiorato» afferma la Corte.

«L’analisi dei fatti è stata resa complicata dall’atteggiamento degli imputati, che hanno fornito più versioni contraddittorie e tutta una serie di “non ricordo”» spiega il giudice Amos Pagnamenta, che comunque ritiene che la ricostruzione dell’episodio sia accertata perlomeno per i momenti salienti, anche sulla base del racconto della testimone, che è «credibile». I calci che l’italo-brasiliano aveva tirato al capo della vittima, conferma la Corte, potevano causare la morte. Mentre è stato l’altro, il ticinese, a dare il via alla lite.

Le richieste delle parti - A mente dell’accusa, quella notte i due imputati erano coscienti di poter provocare la morte del giovane. La procuratrice pubblica Pamela Pedretti aveva quindi proposto fino a quattro anni e tre mesi di detenzione, chiedendo la conferma del tentato omicidio intenzionale. Gli avvocati difensori Flavio Amadò e Lorenzo Fornara si erano invece battuti per il proscioglimento dei loro assistiti da tale reato. Nelle loro arringhe avevano in particolare ribadito che quella notte i due erano sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti, e che quindi la loro capacità di valutare il carattere illecito delle azioni sarebbe stata compromessa.

La difesa ha già anticipato che si andrà in appello. 

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