Il movimento esprime soddisfazione per la decisione del PG di non dar seguito alla denuncia contro Pronzini: «Obiettivo raggiunto» con lo stop «all'erogazione del contributo illegale»
BELLINZONA - C’è grande soddisfazione oggi in casa MPS a seguito della decisione del Procuratore Generale di decretare il non luogo a procedere nei confronti del deputato Matteo Pronzini, avendo ritenuto «priva di fondamento» la denuncia presentata dai consiglieri di Stato Paolo Beltraminelli, Norman Gobbi, Christian Vitta e Claudio Zali.
Prima la perizia sull’illegalità dei rimborsi, poi la legittimità della richiesta di restituzione. «Si va verso il cappotto», commenta in una nota l’MPS celebrando un «3 a 0» a favore del movimento nei confronti dell’Esecutivo cantonale. Se da un lato è infatti vero che il PG ha deciso di non dare seguito alla segnalazione del deputato in merito all’indennità telefonica dei ministri, dall’altro - sottolinea il movimento - a questa decisione ha contribuito la scelta dei consiglieri di rinunciare al versamento della suddetta indennità. In altre parole, con lo stop all’erogazione del «contributo illegale», l’MPS ha raggiunto il proprio obiettivo.
Una decisione - quella decretata da Andrea Pagani - che sa di «figuraccia» per il Governo, scrive il movimento, che rincara poi la dose tornando alla carica sulla questione delle rendite, invitando l'Esecutivo cantonale a «preoccuparsi di mettere ordine e di chiarire la propria situazione pensionistica e quella dei propri predecessori».
La terza di una lista di vittorie che «non potrà che allungarsi», conclude l'MPS, ricordando il capitolo riguardante il riscatto degli anni di servizio rilanciato proprio ieri.