Il deputato invia una nuova segnalazione al Ministero Pubblico e scrive alla Commissione della Gestione
BELLINZONA - «I consiglieri di Stato decidono su tematiche pecuniarie che li riguardano direttamente e personalmente, abusando della loro posizione». Oggi il deputato Mps Matteo Pronzini torna così all’attacco sulla questione dei rimborsi e dei trattamenti pensionistici dei membri del Governo ticinese. Lo fa con uno scritto alla Commissione della Gestione e con un nuovo appello al procuratore generale, «da parte di un deputato che vorrebbe far rispettare la legge, anche al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio».
Si torna dunque a parlare del supplemento sostitutivo AVS/AI (la rendita annua di 22’560 franchi destinata a ogni ex consigliere di Stato che - lo sottolinea Pronzini - «non trova nessuna base legale») e del riscatto degli anni di contribuzione, che per i membri del Governo sarebbe «molto più vantaggioso». Ma anche del prelievo che Claudio Zali ha effettuato dal secondo pilastro per l’acquisto della casa. Per tutti questi aspetti, Pronzini chiede la restituzione di 8,3 milioni di franchi.
Al procuratore generale Andrea Pagani, il deputato chiede di «dare in qualche modo un contributo a che le cose non finiscano, ancora una volta, nel nulla». E sottolinea: «Le cittadine e i cittadini di questo Cantone, che sappiamo seguono con interesse queste vicende, trarrebbero conclusioni non certo positive sulle leggi e sul loro rispetto».
E nel suo scritto al Ministero Pubblico ricorda che due perizie giuridiche concordanti mostrerebbero che «qualcosa non funziona in materia di rendite pensionistiche», segnalando «l’incompatibilità del versamento della rendita transitoria AVS con le vigenti disposizioni di legge». E invita il procuratore generale a ordinare «una perizia indipendente sull'esistenza di una base legale che autorizzi i membri del Governo a riscattare anni di servizio come consiglieri di Stato e sulla conformità, da un punto di vista attuariale, delle somme versate per ogni anno di riscatto».