Evaristo Roncelli, Cofondatore del movimento Avanti
Come di consueto in tempo di elezioni leggiamo programmi roboanti zeppi di proposte irrealizzabili. Chi vuole “salvare il clima e il pianeta”; chi “superare il capitalismo” (niente popò di meno), quelli che ci salveranno dalla globalizzazione o risolveranno l’invecchiamento della popolazione. Il tutto da Piazza della Foca…
Tutte chiacchiere, purtroppo. Il Ticino con i suoi 350'000 abitanti non sarà l’ago della bilancia nella lotta alle emissioni di CO2: una partita si giocherà fra Cina, USA e India. Se vi sarà un cambiamento del modello economico sarà perché l’intelligenza artificiale e la robotizzazione lo imporrano. Infine, se la globalizzazione sarà diversa in futuro rispetto agli ultimi trent’anni, sarà perché le grandi potenze globali avranno deciso che un modello diverso è più utile a loro.
A essere maligni si potrebbe pensare che questi grandi propositi siano una scusa dei partiti per non risolvere problemi terra-terra che invece potremmo affrontare con un po’ di buona volontà. Quando con Amalia Mirante abbiamo fondato “Avanti” ci siamo detti: “occupiamoci di quello che si può effettivamente fare per il Ticino, in Ticino”.
Governo e parlamento, occupati a litigare sulle loro ideologie o ad affrontare temi di moda a livello globale, sono ciechi di fronte a quello che succede qui, immobili davanti alla situazione disastrosa che stiamo vivendo sul mercato del lavoro. Sono più occupati a darsi rispettivamente la colpa piuttosto che trovare soluzioni.
Il movimento Avanti ha unito le forze con il movimento Ticino&Lavoro proprio perché sappiamo che il lavoro è il tema centrale in Ticino. Noi abbiamo scelto di parlare e affrontare solo questo tema. Perché se non riusciamo a risolvere questo, figuriamoci la globalizzazione, il clima, il capitalismo, la pace nel mondo e via elencando.
È ormai indispensabile dare una risposta alle famiglie e ai giovani che non trovano posto di lavoro oppure che hanno lavori pagati molto meno che nel resto della Svizzera.
Si possono fare diverse cose subito: riformare la formazione scolastica per dare un vantaggio rispetto a chi si forma in Italia; si può trasformare l’orientamento scolastico per indirizzare i giovani verso professioni che permettano loro di vivere bene in Ticino; possiamo modificare il sistema di assunzioni dello Stato affinché tutti abbiano delle opportunità e non i soliti privilegiati e perché almeno i posti pubblici siano prerogativa dei residenti. E poi possiamo aiutare le aziende in maniera che quelle virtuose, che vogliono pagare buoni stipendi svizzeri a lavoratori residenti, siano in grado di farlo.
Sono cose fattibili in pochi mesi, se lo si vuole. Se si smette di discutere di ideologie, di destra e sinistra, di capitalismo, clima e altre cose su cui non abbiamo influenza.
Se pensate che dobbiamo risolvere i problemi qui a casa nostra, prima di salvare il mondo, allora un primo passo è scegliere una forza pragmatica, non ideologica, orientata alle soluzioni: una forza che non guarda indietro, ma Avanti.