Il documentario di Yuri Ancarani sarà presentato il prossimo 16 ottobre al cinema Corso di Lugano nell'ambito del FFDUL
LUGANO - Mai nella storia dell'umanità, un popolo è stato così maltrattato, screditato, sottomesso come quello delle donne. È il punto di partenza del documentario di Yuri Ancarani, che sarà proiettato al cinema Corso di Lugano il prossimo 16 ottobre alle 20.30 nel quadro del Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL).
L'opera è uno squarcio sul pensiero lucido, riflessivo ed estremamente istruito della psicoanalista Marina Valcarenghi, che da decenni lavora a stretto contatto con stupratori seriali e vittime di stupro. Un impegno a favore della collettività, che implica anche la spiegazione delle ragioni profonde del recente aumento della violenza sulle donne in Italia.
In molti si chiedono (erroneamente) come mai - nonostante le conquiste della “squadra femminile” in materia di diritti civili - si constati allo stesso tempo un aumento dei casi di stupro. Per la Valcarenghi, l'errore sta nel modo in cui viene posta la domanda: la violenza aumenta non “nonostante” le conquiste, ma a causa di esse.
Le donne hanno conquistato gran parte dei loro diritti nell'arco di pochi decenni: «Un processo troppo rapido e tardivo per essere assimilato correttamente», afferma la psicoanalista. «Conseguentemente è venuto a meno il sistema di leggi, regole e valori che aveva retto le società per più di 3000 anni», continua. Improvvisamente, le donne avevano il diritto di votare, di lavorare, di comandare. Una dinamica, questa, alla base del “rifiuto” maschile e della conseguente esplosione di violenza.
Il documentario è una risposta, urgentissima, a molte delle problematiche che attualmente attanagliano la società italiana, in un momento della sua traiettoria storica in cui uomini e donne si vedono costretti a collaborare per progredire.
Le prevendite sono disponibili su Biglietteria.ch.