Applicata presso alcuni estetisti e parrucchieri come contributo alle spese di sanificazione, fa insorgere i consumatori
ROMA - Un nuovo balzello, seppur non ufficiale, affligge le tasche degli italiani: è la "tassa Covid", ovvero il contributo per le spese di sanificazione e messa in sicurezza delle strutture che è comparso negli scontrini fiscali di alcuni centri estetici o negozi di parrucchieri.
Stando alle segnalazioni raccolte da Il Sole 24 Ore, si oscilla mediamente tra i due e i quattro euro. Si arriva però a cifre anche più alte, denuncia l'associazione dei consumatori Codacons, nel caso di estetisti che obbligano i clienti a indossare kit di sicurezza (kimono e ciabattine) al costo di 10 euro. L'aumento medio sul prezzo finale a carico del cliente è del 25%, aggiunge il Codacons, che per scongiurare questo «Far West illegale che potrebbe configurare il reato di truffa» ha inoltrato una denuncia alla Guardia di Finanza e all'Antitrust.
«Si tratta di una sorta di tassa di sanificazione applicata da parrucchieri, estetisti e alcuni dentisti» h dichiarato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori. «Una prassi scorretta che si sottrae forse anche da un punto di vista fiscale alla somma dovuta al consumatore».