Anche il Regno Unito pensa di bandire il foie gras ma gli allevatori francesi non ci stanno: «Non è crudeltà»
LONDRA - Anche nel Regno Unito, così come si sta facendo in Svizzera e in altre nazioni, si sta valutando e vietare o meno la vendita del foie gras d'oca. Prelibatezza da chef sì, ma anche alimento ottenuto in maniera controversa, ingozzando gli animali di cibo, fino a far gonfiare ben oltre misura il loro fegato.
È di qualche giorno fa un'azione parlamentare di un gruppo di consiglieri che hanno interpellato direttamente il Ministro dell'Ambiente a riguardo. Secondo loro, considerando anche le difficoltà imposte dalla Brexit, potrebbe essere il momento giusto per chiudere definitivamente con l'import del prodotto.
Una mossa, questa, climax di una campagna sostenuta dai gruppi animalisti che ha portato anche un'istituzione del bien manger di Londra, Fortnum & Mason, a toglierlo dai suoi scaffali.
«È una cosa inconcepibile per un paese che sostiene di essere per il libero scambio», commenta al Guardian Marie-Pierre Pé, direttore dell'associazione ombrello dei produttori francesi Comité Interprofessionnel des Palmipèdes à Foie Gras (CIFOG), «evidentemente non sanno come facciamo il nostro lavoro, inviterei volentieri questi signori parlamentari a fare un giro dei nostri allevamenti».
Pé, difende anche il metodo del cosiddetto gavage, con il quale si cibano le oche infilando loro in gola un tubo: «Non sono mica degli esseri umani, la cosa non si può paragonare, il collo e la gola delle oche funzionano in maniera completamente diversa. Alla base c'è una piccola tasca, che immagazzina il cibo in eccesso. Se lo si sa fare non fa loro del male, e ci sono molti studi che lo dimostrano... E poi non le ingozziamo, diamo loro da mangiare, due volte al giorno, esagerare sarebbe controproducente, farebbe male a loro e a noi».
Dal canto suo il Dipartimento dell'Ambiente ha confermato ai parlamentari che indagherà a riguardo, anche tenendo in considerazione il fatto che l'appello è appoggiato dal ministro del Welfare animale, Lord Goldsmith.
«Il foie gras è la definizione per antonomasia della crudeltà verso gli animali, e siamo tutti d'accordo», argomenta Abigail Penny del gruppo animalista Animal Equality UK, «e la gente è d'accordo, «un bando non arriverà mai abbastanza presto».
Chi però non la pensa così, oltre agli allevatori, sono i ristoratori britannici - soprattutto quelli legati alla scena della cucina francese in cui si sono formati i più grandi chef inglesi - : «Trovo ci sia un paradosso, è gente che mangia tutti i giorni carne di produzione industriale... Con quale coerenza sostiene un bando come questo?», si chiede George Pell, il co-proprietario dello storico ristorante L'Escargot di Londra.