Lockdown e più tempo online per tutti si sono tradotti in un boom di adescamenti «su scala quasi industriale»
LONDRA - Un vero e proprio boom di abusi e di materiale pedopornografico con soggetti giovanissimi. Secondo un rapporto pubblicato da poco dalla Internet Watch Foundation (IWF), nel 2021 il lockdown si è tradotto in aumento esponenziale di adescamenti e diffusione di video di abusi.
Stando al gruppo no-profit con sede a Londra, quello appena trascorso è stato un anno da record in senso negativo con un totale rilevato di 252'000 indirizzi web con materiale pedopornografico a fronte dei 153'000 dell'anno precedente.
La parte più importante (circa 181'000 casi), spiega la Internet Watch Foundation, riguarda il “materiale autogenerato”. Ovvero quello registrato e condiviso dagli stessi bambini, adescati sulle chat web e manipolati nell'abuso dai pedofili che poi lo condividono sul web, a volte anche su siti non oscurati.
«Il lockdown ha aumentato in maniera esponenziale il tempo che tutti noi passiamo sul web, questo si è tradotto con un aumento sistematico dei tentativi di adescamento, su scala quasi industriale», spiega la responsabile del gruppo Susie Hargreaves, «abusi che spesso e volentieri vengono perpetrati nelle loro camerette all'insaputa dei genitori».
Se la fascia più vulnerabile a questo tipo di pratica restano i preadolescenti (11-13 anni) proprio visto l'eccezionalità dell'ultimo anno si è notato un aumento evidente anche nella fascia dei più piccoli (7-10 anni).
«Questo perché, durante la pandemia anche i giovanissimi hanno iniziato a usare maggiormente internet - anche per motivi legati alla scuola - e un aumento di permanenza sul web li espone maggiormente a questo tipo di abusi», conferma l'IWF.