Il leader della Lega sul confine ucraino ha rimediato una "tirata d'orecchi" per le sue passate posizioni filo-russe
PRZEMYSL - «Vergogna, pagliaccio». Figuraccia internazionale per Lega Matteo Salvini, in trasferta in Polonia per mostrare solidarietà ai profughi ucraini. Il sindaco di Przemysl, città polacca di confine, non ha dimenticato le passate posizioni filorusse del leader della Lega: davanti alle telecamere ha tirato fuori - a sorpresa - una maglietta con la scritta "esercito di Putin" e un'effigie del presidente russo, invitandolo a indossarla.
Bad adventure for Matteo Salvini at the Ukrainian-Polish border:
— Marco Bresolin (@marcobreso) March 8, 2022
the mayor of Przemys refused to go with him and showed the shirt worn by the leader of the League in the European Parliament a few years ago: "No respect for you"
(🎥 @SimoneAlliva)
pic.twitter.com/rniXmeadBO
Durante un discorso "a due" davanti ai giornalisti il sindaco Wojciech Bakun ha esibito la maglietta e chiesto conto al leader leghista delle simpatie putiniane espresse in passato. Visibilmente interdetto, Salvini ha provato a intervenire sottolineando di essere lì «per aiutare i rifugiati, bambini, madri e padri dall'Ucraina» ma poi si è allontanato tra i fischi degli astanti e le grida «buffone, vergogna, pagliaccio».
Nella città di Przemysl, alla frontiera con l'Ucraina, sono giunti centinaia di rifugiati dal paese vicino, dopo l'attacco della Russia iniziato il 24 febbraio. Bakun ha invitato Salvini «ad andare a visitarli» in tenuta filorussa. La t-shirt stampata (evidentemente) per l'occasione mostra lo "zar" in divisa militare, ed è molto simile a quella esibita da Salvini sui social anni fa durante un viaggio a Mosca.
Le polemiche sulle posizioni pro-Cremlino di Salvini risalgono al 2017, quando la Lega italiana firmò un contratto di collaborazione con Russia Unita - il partito di Putin - della durata di cinque anni. Nei giorni scorsi il Partito Radicale italiano ha sottolineato come, in assenza di una revoca esplicita, il contratto di partenariato era in teoria ancora valido fino a ieri. Nel frattempo Salvini ha preso le distanze da Putin, condannando «con fermezza ogni aggressione militare» nei giorni successivi all'invasione.