Il governo britannico si prepara ad aumentare il numero di permessi d'ingresso per i lavoratori stranieri
LONDRA - Giro di vite - sulla carta - per gli sbarchi di migranti illegali, ma via libera a un flusso legale maggiore di lavoratori stranieri post Brexit per coprire le difficoltà croniche a coprire i buchi di organico in settori basilari del mercato del lavoro britannico: a cominciare dall'edilizia. È la linea riveduta e corretta dell'esecutivo Tory di Rishi Sunak, secondo quanto rivelano alcuni media del Regno Unito.
Stando a un articolo pubblicato in particolare ieri dal Financial Times, il governo - nella settimana in cui ha annunciato in pompa magna in Parlamento una stretta legislativa contro il traffico record di «piccole imbarcazioni di clandestini» - si prepara sotto banco ad aprire le porte a un allargamento del numero di permessi d'ingresso per i lavoratori stranieri invocati come necessari in vari settori: stimati dopo il divorzio dall'Ue fino a 1,2 milioni. Il problema riguarda da anni comparti come quello del retail e dell'ospitalità (dagli alberghi ai ristoranti e affini). Ma l'ultimo provvedimento si focalizza in particolare sui posti non coperti nei cantieri delle costruzioni.
Il comitato consultivo sull'immigrazione (Mac), organo a cui spetta fornire raccomandazioni periodiche che l'esecutivo di norma accoglie, ha infatti dato l'ok ad ampliare le offerte di lavoro destinate agli stranieri (cittadini europei, in primis dell'est, inclusi) a carpentieri, muratori e imbianchini.
L'indicazione è stata accolta positivamente dalla principale organizzazione imprenditoriale di categoria dell'isola, l'Home Builders Federation, secondo cui l'obiettivo di rilanciare il business nella costruzione delle case presuppone come "essenziale" un maggiore afflusso di lavoratori dall'estero: purché "qualificati".
La proposta tecnica del Mac, che sdogana al contempo la possibilità di autorizzare retribuzioni più basse per gli edili stranieri rispetto alla media dei salari riservati oggi ai muratori qualificati nel Regno (a partire da 20'480 sterline annue contro 25'600), dovrebbe essere fatta propria nei prossimi giorni - in base alle previsioni del Ft - sia dal cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, sia dalla ministra dell'Interno, Suella Braverman: a dispetto della fama di falco di quest'ultima sul dossier immigrazione nella compagine Tory.
Parallelamente, il governo Sunak ha peraltro formalizzato - come preannunciato da mesi - l'introduzione, fra le regole del dopo Brexit riguardanti i viaggiatori provenienti dai Paesi Ue, di un sistema di visti Eta analogo al modello Esta necessario per andare in vacanza negli Usa o in Canada: con l'obbligo di compilare in futuro un modulo online prima della partenza, dietro pagamento di una (modesta) somma di denaro.