Breve raduno a Place de la Republique organizzato dalla sorella del giovane Adama Traoré
PARIGI - Si sono tenute in molte città francesi le programmate "marce cittadine" fra "dolore e rabbia" contro le violenze della polizia. Anche a Parigi, nonostante fosse stata vietato, un breve raduno c'è stato a place de la République, dove ha parlato la sorella del giovane Adama Traoré, morto nel luglio 2016 poco dopo il suo fermo. Ma la donna stessa ha poco dopo invitato tutti a sciogliere il raduno.
Nella capitale, dove il divieto era stato pronunciato per i "rischi all'ordine pubblico", in 1'000 si sono presentati alla République, compresi alcuni esponenti del partito della gauche radicale La France Insoumise.
La sorella del giovane ucciso, Assa Traoré, diventata in questi anni un simbolo della lotta contro le violenze della polizia, ha preso la parola su una panchina della piazza, davanti allo sguardo di molti poliziotti presenti: «Manifestiamo per i giovani - ha detto - per denunciare le violenze della polizia. Vogliono nascondere i nostri morti. Autorizzano la marcia dei neonazisti ma vietano la nostra. La Francia - ha continuato - non può dare lezioni di morale. La sua polizia è razzista, la sua polizia è violenta». Ha poi sottolineato che vietando la manifestazione per l'anniversario della morte del fratello «il governo ha deciso di gettare olio sul fuoco», con «una totale mancanza di rispetto». Poco dopo, la stessa Assa Traoré ha chiesto a tutti i presenti di «lasciare la piazza senza commettere violenze». La folla si è dispersa pochi minuti dopo.
Durante la dispersione del raduno sono stati effettuati due fermi. Uno dei fermati è un fratello di Traoré, Youssouf. Secondo quanto si è appreso, una poliziotta ha annunciato una denuncia nei suoi confronti.
Per il fermo di Youssouf Traoré ha protestato la deputata della sinistra Nupes, Sandrine Rousseau: «È una vergogna, non c'era alcuno motivo, tutto stava andando bene. La manifestazione era in via di dispersione nella calma su appello di Assa Traoré. Ero vicina, nulla giustifica quanto accaduto».
Al contrario, una poliziotta ha annunciato che denuncerà Youssouf Traoré per «violenze contro le forze dell'ordine». In una trentina di altre città si sono svolte marce di protesta per la morte di Nahel, 17 anni, ucciso il 27 giugno a Nanterre da un poliziotto durante un controllo stradale.