L'indiscrezione del Financial Times che fa il nome di Lloyds e di Santander
L'Iran avrebbe utilizzato anche due banche europee di primo piano - la britannica Lloyds e la spagnola Santander attraverso la propria filiale di Londra - per aggirare le sanzioni Usa. Lo sostiene il Financial Times, giornale di riferimento della City.
Il Ft ha trovato evidenza dell'apertura di conti correnti presso i due istituti a nome di due presunte società-schermo che di fatto sarebbero controllate da un'azienda petrolchimica iraniana (a sua volta controllata dalle autorità di Teheran). Azienda sanzionata da Washington fin dal 2018 poiché accusata di aver raccolto fondi per milioni di dollari a favore dei Guardiani della Rivoluzione: i cosiddetti pasdaran, pilastro del potere in seno alla Repubblica Islamica. Il giornale cita una serie di documenti trapelati, di cui scrive di aver preso visione.
Documenti di cui i vertici delle due banche non negano l'autenticità, limitandosi a smentire di aver violato deliberatamente le sanzioni. "In base a un nostra inchiesta interna, non abbiamo commesso alcuna infrazione", ha detto una portavoce di Santander UK, assicurando che la banca "rispetta le sanzioni" e adotta "politiche e procedure" per "interagire proattivamente con le autorità statunitensi e britanniche" su questi dossier. Mentre il gruppo Lloyds ha precisato come l'azienda titolare del conto indicato dal Ft - e descritta come società schermo - non risulta mai essere stata identificata come tale o sanzionata né da Washington né da Londra.
Il silenzio regna tuttavia sovrano per ora da parte dei governi di Usa e Regno Unito. Mentre da oltre oceano si moltiplicano le voci di ritorsioni in esame contro le banche citate (in particolare Santander), per possibili negligenze se non per sospetti di complicità volontaria.