Joe Biden, ritirandosi, ha ceduto la "Pepa Tencia" al rivale che per mesi lo aveva attaccato per la sua età.
WASHINGTON - L'addio di Joe Biden era atteso, quasi scontato vista la pressione a cui era ormai sottoposto da settimane. Eppure Donald Trump è rimasto comunque spiazzato dall'annuncio comparso a sorpresa su X, decisione che fa di lui ora il candidato alla Casa Bianca più anziano della storia.
Dopo mesi trascorsi con i riflettori puntati su Biden perché troppo vecchio per un secondo mandato, tocca ora a Trump convincere gli elettori di essere in grado di governare il Paese nonostante i suoi 78 anni.
Un compito non facile e sul quale aleggia lo spettro della profezia di Nikki Haley che in gennaio, quando era ancora in corsa alle primarie repubblicane, disse: «La maggior parte degli americani non vuole un nuovo scontro fra Biden e Trump. Il primo partito che manderà in pensione il suo candidato ottantenne vincerà le elezioni».
Parole diventati virali sui social da ieri, così come i media liberal continuano a rievocare in queste ore le donazioni - in tutto 6.000 dollari - effettuate da Trump a favore di Harris nel 2011 e nel 2013, quando l'attuale vicepresidente era in corsa come procuratrice generale della California.
Forse perché colpito dalle modalità di comunicazione, forse perché iniziava a sperare che il presidente resistesse, forse perché non si attendeva una pioggia così forte e rapida di consensi per Kamala Harris, Trump ha reagito nervosamente al ritiro di Biden intravedendo una campagna elettorale improvvisamente in salita quando si sentiva ormai la vittoria già in tasca.
L'ex presidente ha prima attaccato Harris - «è peggio di Biden» -, poi ha sfoderato la minaccia di azioni legali per «frode» contro i democratici. I repubblicani «dovrebbero essere rimborsati delle spese elettorali finora sostenute» visto che «ora dobbiamo iniziare da capo», ha tuonato il tycoon, chiedendo che il prossimo dibattito presidenziale in calendario a settembre non sia su Abc, come precedentemente accordato con Biden, ma su Fox, network che gli è più amico.
Trump si prepara in goni caso lanciare attacchi feroci verso Harris, espressione, nel suo passato da procuratrice, di quel sistema giudiziario che lo ha condannato per i soldi alla pornostar. Il tycoon è consapevole che la rivale potrebbe impostare la sua campagna proprio sull'idea della procuratrice contro il condannato.
Una prospettiva che l'ex presidente intende evitare a tutti i costi con l'aiuto del suo vice J.D. Vance, laureato in legge nella prestigiosa università di Yale e con una moglie avvocato. Dopo aver esordito nei comizi sabato in Michigan insieme al suo capo, Vance è atteso alla sua prima uscita pubblica da solo da quando è stato nominato. E i suoi toni su X dopo il ritiro di Biden ne lasciano immaginare il tenore. «Io e Trump siamo pronti a salvare l'America, qualunque sia il ticket democratico», ha detto dopo il passo indietro del leader dem.
Poco prima dell'annuncio aveva sollevato dubbi sulle possibili giustificazioni del presidente per completare il suo mandato pur ritirandosi dalla corsa alla Casa Bianca. «Se non si può correre, non si può neanche servire la presidenza. Dovrebbe dimettersi subito», aveva sostenuto cavalcando la linea dei repubblicani che, compatti, si preparano a dare battaglia sulla semplice sostituzione di Biden con Harris in tutti gli Stati. «Ogni stato ha un suo sistema e in molti non è possibile semplicemente cambiare il candidato», ha avvertito lo speaker della Camera Mike Johnson.
I conservatori però hanno le armi spuntate visto che Biden non era ancora ufficialmente il candidato democratico quando si è ritirato. Questo comunque non li scoraggerà dal perseguire tutte le strade per fermare Kamala, divenuta in poche ore il loro incubo peggiore.