Dopo le proteste di domenica, continuate lunedì, un'ondata di arresti repressivi dei quali sappiamo ancora pochissimo
L'AVANA - Fra le oltre 100 persone arrestate e di cui si sono perse le tracce dopo le manifestazioni di domenica a Cuba, c'è anche una giornalista - Camila Acosta - corrispondente del portale spagnolo ABC che nell'edizione di oggi ne chiede «l'immediata liberazione».
La giornalista che «come tanti altri suoi colleghi stava esercitando il diritto e il dovere e d'informare», scrive il giornale, si è anche vista sequestrare tutto il materiale presente al suo domicilio. L'accusa nei suoi confronti, per la quale verrà processata, è di «attentato alla sicurezza nazionale».
Oltre alla donna, sarebbero almeno 112 gli altri desaparecidos come riporta l'Ong Prisoners Defenders che parla anche di almeno 2'000 feriti, dopo che la gente è scesa per le strade anche questo lunedì malgrado il presidio dell'esercito e della polizia. Poco si sa, invece, del numero di morti che parrebbero - sempre stando alle testimonianze degli attivisti - almeno 5 e ci sarebbero 20 feriti molto gravi in ospedale
Numeri, tutti questi, che non sono assolutamente ufficiali proprio perché non esistono cifre ufficiali diffuse dal governo: «Sappiamo per certo che ci sono feriti, prigionieri e persone di cui non si sa più nulla», conferma alla BBC José Miguel Vivanco della sezione delle Americhe di Human Rights Watch.
Sono molti le richieste di liberazione degli arrestati e arrivano da esponenti politici spagnoli (che chiedono soprattutto la liberazione di Acosta), passando per diverse Ong fino all'Unione Europea, proprio oggi pomeriggio a pronunciarsi sulla questione è stasto anche l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera.
Sull'isola, intanto, la rete telefonica e il web continuano a funzionare a singhiozzo (o non funzionare del tutto) rendendo molto difficile la comunicazione da e verso.