6 milioni di persone restate al buio per un problema energetico che persiste, i negozi: «Non ha più senso lavorare»
BEIRUT - Questo fine settimana in Libano è mancata la corrente, praticamente per un giorno di fila.
In queste lunghissime quasi 24 ore l'assenza di energia elettrica è stata totale e ha interessato tutte le strutture, anche quelle d'emergenza che hanno dovuto correre ai ripari. Per i 6 milioni di abitanti è stato praticamente un incubo.
Il motivo, riporta la NBC, era che non c'era più il carburante necessario per far funzionare le centrali energetiche. Per riaccendere le lampadine di tutto il Paese, è stato quindi necessario uno stanziamento extra da parte della Banca centrale di 100 milioni di dollari affinché fosse possibile approvvigionarli.
Se in Europa e in generale nel mondo occidentale questo tipo di carenze di materie importanti (come benzina, carta o legname) sono una realtà manifestatasi solo dopo la crisi globale legata alla pandemia, per il paese mediorientale si tratta di una cosa endemica e che si trascina da lungo tempo.
Il Libano, al momento, si trova in una sorta di circolo vizioso: fatto di blackout sporadici, crisi valutaria, mancanza di cibo e medicinali e ospedali perennemente affollati. L'unica cosa a prosperare, a scapito dell'economia reale, è il mercato nero.
Specchio di questa realtà diffusa è proprio Beirut - squassata e messa in ginocchio, strutturalmente ma non solo, dallo scoppio avvenuto ad agosto 2020 - dove manca quasi tutto e i negozi sono o semivuoti o chiusi, con la luce spenta. Sugli scaffali non c'è praticamente nulla, anche perché con l'elettricità che se ne va periodicamente, pensare di conservare prodotti è una follia.
«È una catastrofe», spiega all'emittente un commerciante della capitale, «frighi e congelatori non li accendo nemmeno più, dai grossisti non prendiamo più beni deperibili - tipo yogurt, formaggio o prosciutto - non possiamo rischiare. Se acquistiamo delle derrate troppo grosse poi finiscono per andare a male».
Quella della rete elettrica difettosa non è una novità per i libanesi, che hanno imparato a conviverci utilizzando i generatori a benzina. Ma facendosi raro, e caro, il carburante molti hanno semplicemente mollato.
«Non vengo più al negozio», racconta sempre alla Nbc una donna che gestisce un negozietto d'alimentari in un quartiere residenziale di Beirut, «ormai non posso più permettermi di attivare il generatore, non ha più senso... Ma tanto comunque nessuno ci viene più qui...»