Chi paga questo "servizio" è nel 100 per cento dei casi un uomo e non è escluso che sia un padre di famiglia
Il fenomeno è esploso con la pandemia. Durante il primo lockdown nelle Filippine questo tipo di contenuti è aumentato del 260%.
PARIGI - Il turismo sessuale si è trasferito online. E non è tanto diverso dal comporre una cena d'asporto. Il "livestreaming" permette di ordinare attraverso il web una violenza o uno stupro su un minore. In Francia 300 uomini sono sotto stretta osservazione.
In media i bambini coinvolti in queste pratiche hanno cinque anni e vivono nella maggior parte dei casi in paesi in via di sviluppo, come Filippine, Laos e India, e più recentemente in Romania. Ma chi comanda online delle violenze sessuali su minori può vivere ovunque. Il fenomeno ha origine nel 2012, e con le restrizioni sui viaggi dovute al Coronavirus si è accentuato. In Australia, a titolo di esempio, nei primi sei mesi di pandemia sono pervenute alle autorità 21'000 segnalazioni di violenze sessuali su bambini, che potevano avere anche meno di un anno, ovvero 7'000 in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nelle Filippine, riporta Unicef, tra marzo e maggio del 2020 questo tipo di contenuti è aumentato del 260%.
Video da 30 minuti a un'ora - A livello europeo, le autorità francesi, secondo un'inchiesta di FranceInfo, sono molto preoccupate. Dall'inizio dei lockdown da fenomeno di nicchia si è trasformato in una vera e propria rete che continua a espandersi. Al momento 300 persone sono tenute sotto osservazione dall'Ufficio centrale contro le violenze. Il tribunale penale di Parigi sta amministrando 12 indagini preliminari e quattro giudiziarie. Sul territorio dell'Esagono 17 ispettori specializzati sono all'opera.
A differenza del turismo sessuale, il livestreaming è più accessibile da ogni punto di vista. Perché basta avere un computer o uno smartphone e accedere nella maggior parte dei casi a siti di pedopornografia. I clienti poi elencano i loro desideri: quanti bambini, di che età, la pratica e la durata. In media sono video da 30 minuti a un'ora. Come una qualsiasi ordinazione online, si prosegue con il pagamento che va dai 15 ai 60 dollari per violenza. E qui parte lo streaming. Il cliente può continuare a interagire mentre il minore viene violentato. La maggior parte delle volte la vittima fa parte di una famiglia povera che con un solo video guadagna lo stipendio di un mese.
Dietro lo schermo - «Nel 100 per cento dei casi è un uomo». Come spiega la magistrata del tribunale penale di Parigi Sophie Gschwind, «non esiste un profilo tipo. Può essere un individuo isolato o un padre di famiglia. A livello psichiatrico è però vero che tutti non mostrano sentimenti di colpevolezza o di empatia nei confronti delle vittime. Per loro guardare ciò che accade attraverso lo schermo non è grave, perché non stanno commettendo davvero una violenza su un minore».
Le difficoltà principali nelle inchieste sono due. La prima è trovare questi uomini. Perché la conversazione e il video possono svolgersi come una qualsiasi videochiamata. Ciò che porta a incastrare i colpevoli sono soprattutto le transazioni bancarie o il tracciamento dei pagamenti tramite app. La seconda difficoltà è trovare questi bambini. Gli stupri avvengono in case qualunque, lo sfondo può essere anche solo un muro bianco.
Ludivine Pirot dell'Organizzazione non governativa End child prostitution, child pornography and trafficking of children for sexual purposes, ha spiegato che è importante che i bambini non restino solo dei numeri nei documenti delle indagini. «Dobbiamo trovare i loro nomi, sapere cosa hanno vissuto e aiutarli. Ciò che facciamo è ricordare che dietro quelle immagini dei minori subiscono davvero delle aggressioni sessuali o degli stupri».