Più di 200 dipendenti sono ancora bloccati nell'impianto. Non è chiaro se e quando verranno lasciati andare
CHERNOBYL - Per quasi un mese e senza sosta. 64 dipendenti dell'ex centrale nucleare di Chernobyl sono stati liberati e 46 volontari hanno preso il loro posto. Anche se non ci sono ancora chiare informazioni sulla futura turnazione del personale, il governo ucraino e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea) si dicono sollevate.
Il 24 febbraio non hanno avuto scampo. Circondati da tank e militari, sono stati costretti a restare sul loro luogo di lavoro e a continuare a svolgere i propri compiti senza alcun riposo. Come scrive in un comunicato l'impresa specializzata statale di Chernobyl, nella notte tra domenica e lunedì, «è stata effettuata una parziale rotazione del personale dell'impianto». Delle 300 persone tenute in ostaggio, 64 sono potute tornare a casa, dopo 600 ore di lavoro.
Si tratta di 50 addetti della centrale, nove dipendenti della Guardia nazionale ucraina, di cui otto donne e un malato di cancro, un dipendente del Servizio di emergenza statale e quattro sorveglianti. Questi sono stati sostituiti con 46 volontari ucraini. Non è chiaro se e quando altre persone verranno fatte evacuare dal sito in cui nel 1986 si è verificato il peggior disastro nucleare della storia.
Come spiegato dal direttore generale dell'Iaea Rafael Mariano Grossi, la difficile situazione dei dipendenti ha messo a rischio il terzo dei sette pilastri indispensabili della sicurezza nucleare: «Il personale operativo deve essere in grado di adempiere ai propri doveri in sicurezza e avere la capacità di prendere decisioni senza indebite pressioni». In generale, nonostante la guerra tra Federazione russa e Ucraina, in un comunicato si legge che «i livelli di radiazione in tutte le centrali nucleari sono nella gamma normale e i sistemi di sicurezza sono operativi».