Quel filo che collega le pretese di Donald Trump e la campagna militare a stelle e strisce contro il gruppo yemenita
WASHINGTON D.C. - Le acque marittime - e, in particolare, le rotte commerciali che le attraversano - hanno ritrovato una dimensione centrale nella geopolitica globale dopo l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Lo dimostrano tanto le roboanti dichiarazioni del tycoon - e le sue pretese riguardo il canale di Panama e la Groenlandia - quanto il fatto che il primo sforzo militare, in queste ultime settimane, Washington lo abbia messo in campo puntando il mirino dritto sugli Houthi, il gruppo armato yemenita che ha reso roventi le acque del Mar Rosso, con l'obiettivo di far cancellare l'embargo sulla Striscia di Gaza.
Con questa premessa, la domanda "ma cosa c'entrano gli Houthi con Panama?" non appare così bizzarra. Lo stretto di Bab el-Mandeb - che è la "porta" che congiunge le acque del Mar Rosso al Golfo di Aden, e quindi all'Oceano Indiano - e il canale che attraversa l'istmo di Panama sono due arterie fondamentali per il commercio globale. E la grande isola che appartiene al Regno di Danimarca è uno snodo strategico, per le rotte artiche e in ottica militare.
In questo peculiare "risiko" si intersecano globalizzazione e crisi del Medio Oriente. «Abbiamo l'impressione che la globalizzazione sia finita» ma in realtà «confondiamo la sovrastruttura con la struttura», ha sottolineato l'analista Dario Fabbri nel suo intervento alla trasmissione "Il Grande Gioco" di alcuni giorni fa. «L'ideologia del libero commercio - che non è mai esistita - è l'ideologia della globalizzazione. Non è la struttura della globalizzazione, che si fonda sul controllo dei mari attraverso gli stretti. E infatti questa amministrazione americana, che su Panama e sugli Houthi segue in maniera perfetta gli apparati, cioé il Pentagono, vuole conservare la globalizzazione nel suo telaio. Vogliono fare a meno dell'ideologia della globalizzazione, che considerano ormai claustrofobica, ma del telaio no».
E quindi, conclude Fabbri, «vogliono riacquistare i porti di Panama e bombardano gli Houthi, perché questi interferiscono con il commercio internazionale» che passa attraverso il Mar Rosso.