L'accusa del Comitato nazionale antiterrorismo russo in merito all'attentato di San Pietroburgo.
MOSCA - «Persone che collaborano con il cosiddetto Fondo anti-corruzione» dell'oppositore russo Alexei Navalny sono "coinvolte" nell'attentato di ieri in un caffè di San Pietroburgo, «pianificato dai servizi segreti ucraini».
Lo afferma il Comitato nazionale anti-terrorismo russo citato dall'agenzia Ria Novosti. La stessa fonte aggiunge che Darya Trepova, la donna fermata perché sospettata dell'attentato, è «una sostenitrice attiva» della stessa organizzazione.
Nel frattempo in un video ripreso da telecamere di sicurezza e diffuso da vari canali Telegram davanti al caffè dove ieri è avvenuto un attentato, si vede una giovane donna, che viene indicata come Darya Trepova, mentre entra nel locale portando un grande pacco.
Secondo alcuni testimoni, l'esplosivo sarebbe stato nascosto in una statuetta che la donna avrebbe dato in regalo al giornalista-blogger Maksim Fomin, alias Vladlen Tatarsky.
Nel video si vede una giovane donna con lunghi capelli biondi e con indosso un lungo cappotto che si avvicina all'entrata del caffè, posto all'angolo di una strada, ma poi passa senza fermarsi. Soltanto in seguito torna indietro e apre la porta del locale.
Darya Trepova è attualmente sotto interrogatorio per capire «quali siano state le sue motivazioni». Lo ha detto la portavoce del Comitato investigativo russo in un video pubblicato dall'agenzia Ria Novosti. Dalle prime informazioni sembra che la Trepova abbia dichiarato di «avere portato la statuetta che è poi esplosa».
Le reazioni di Mosca - Il portavoce del Cremlino Dimitry Peskov ha detto che: «Il regime di Kiev è dietro l'assassinio di Darya Dugina e molto probabilmente anche dietro l'assassinio di Fomin». Peskov ha poi aggiunto: «Il regime di Kiev sostiene azioni terroristiche» ed ecco «perché l'operazione militare speciale in Ucraina viene compiuta».
Il socio di Navalny nega - Il socio di Alexey Navalny, Ivan Zhdanov, ha respinto le accuse delle autorità russe secondo cui la Fondazione anticorruzione del leader dell'opposizione incarcerato sia coinvolta nell'esplosione nel bar di San Pietroburgo. «Ovviamente, non siamo coinvolti», ha detto Ivan Zhdanov su Telegram aggiungendo che l'accusa è un tentativo di prolungare la pena detentiva di Navalny. Zhdanov ha detto che sembra che la Russia abbia bisogno «non solo di un nemico assoluto esterno sotto forma dell'Ucraina, ma anche di uno interno sotto forma della squadra di Navalny».