Pechino nega e respinge le critiche: «È una campagna di diffamazioni e manipolazione politica» contro la reputazione della Cina.
LONDRA - Si allargano anche al Regno Unito, dopo le indagini d'intelligence evocate negli Usa e in alcuni Paesi dell'Ue, i sospetti sull'esistenza di presunte «stazioni di polizia segrete» della Cina nascoste dietro strutture di business legate ad esponenti della comunità dell'immigrazione cinese in Occidente.
Lo scrive oggi il Times, citando indiscrezioni recenti dei media prese «sul serio» dal governo britannico di Rishi Sunak secondo fonti anonime degli apparati.
Fra le possibili strutture di copertura indicate dai giornali ci sarebbe un'attività commerciale che ha sede a Croydon, grande sobborgo periferico di Londra a rilevante presenza d'immigrati asiatici, e che fa capo a tale Lin Ruiyou: un businessman d'origini cinesi trapiantato sull'isola che in passato ha cercato di stabilire contatti con il Partito Conservatore al governo nel Regno, con donazioni e iniziative (legali) varie. E che è stato fotografato a suo tempo nell'ambito d'incontri collettivi con gli ex premier Theresa May e poi Boris Johnson.
Stando al Times, Lin avrebbe peraltro ammesso d'aver fatto parte dello "Union Front", una realtà legata al Partito Comunista Cinese al potere a Pechino, negando tuttavia qualsiasi attività surrettizia di monitoraggio per conto delle forze di polizia del Paese asiatico.
Pechino nega dal canto suo qualunque attività segreta di questo genere in Occidente, accusando le autorità americane - che proprio questa settimana hanno arrestato due cittadini cinesi sospettati d'essere coinvolti in operazioni mascherate da informatori della polizia - di voler alimentare in coordinamento con alcuni Paesi europei una nuova «campagna di diffamazioni e manipolazione politica» contro la reputazione della Cina.