Non convalidato il trattenimento dei richiedenti all'interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio in Albania
ROMA - Il progetto di un hotspot per migranti fuori dall'Italia era partito da poco, con la nave Libra della Marina Militare che mercoledì 16 ottobre era approdata al porto di Shengjmn, in Albania, con a bordo 10 migrati bengalesi e sei egiziani che sarebbero poi dovuti essere rimpatriati.
Un nuovo corso, sia per la gestione dei rimpatri, sia della politica migratoria da parte di un paese fondatore dell'Europa, che però si è parzialmente inceppato oggi. La sezione immigrazione del tribunale di Roma non ha infatti convalidato il trattenimento dei migranti (le cui richieste di asilo erano state respinte) all'interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania. E a riferirlo è l'agenzia Ansa.
Provvedimento di trattenimento che era invece stato autorizzato per i dodici stranieri dalla questura di Roma, il 17 ottobre scorso. Ma dunque per adesso nulla di fatto: i 12 stranieri dovranno essere riportati in Italia e non potranno nemmeno essere lasciati liberi di restare in territorio albanese.
Critiche e motivazioni - Le critiche dell'opposizione al Governo Meloni non si sono fatte attendere. «Quasi un miliardo di euro dei contribuenti italiani per costruire due lager e circa 300mila euro per trasportare 16 migranti in Albania con una nave militare (18mila euro a persona) letteralmente buttati». Questo parte del commento su X dell'eurodeputato del Pd Alessandro Zan, a cui hanno fatto eco altri esponenti dell’opposizione, chiedendo le scuse dalla maggioranza.
«Assurdo!» - Ma il disappunto è anche del partito di Giorgia Meloni che su X titola "Assurdo!" un post dove definisce i «magistrati» come «politicizzati» e li accusa di aver «deciso che non esistono Paesi sicuri di provenienza», dunque, prosegue Fratelli d'Italia: «Impossibile trattenere chi entra illegalmente, vietato rimpatriare i clandestini. Vorrebbero abolire i confini dell’Italia, non lo permetteremo».
Critiche e scontro politico a parte, la decisione del tribunale si spiega per il fatto che il Paese di origine dei migranti, Bangladesh ed Egitto, non sono considerati «sicuri» come invece prescrive la sentenza della Corte di Giustizia europea (lo scorso 4 ottobre), che considera territori sicuri quelli dove per nessun individuo e in nessuna parte dello stesso possono verificarsi persecuzioni, discriminazioni o torture. Tanto che i dodici migranti saranno riportati in Italia domani (sabato), nuovamente a bordo di una nave della Marina militare.
#Piantedosi e #governoMeloni dovrebbero rimborsare di tasca loro lo Stato per i soldi pubblici sprecati per la loro cinica propaganda. E poi chiedere scusa ai 14 #migranti.#Albania #Avs https://t.co/cDT73pR9Ad
— nicola fratoianni (@NFratoianni) 18 ottobre 2024