Il Segretario di Stato per la difesa britannico sul ritiro delle truppe: «Non ha senso restare dopo gli Stati Uniti»
KABUL - La data segnata in rosso sul calendario è quella del 31 agosto. Entro quel giorno, e non oltre, gli Stati Uniti e il Regno Unito dovranno aver completato il ritiro delle proprie truppe dal territorio afghano o per loro «ci saranno delle conseguenze» ha dichiarato oggi il portavoce talebano Suhail Shaheen. Ma a Londra qualcuno ha già iniziato a ragionare con l'orologio e non più con il calendario.
A lanciare l'avvertimento è stato il Segretario di Stato per la difesa di Sua Maestà, Ben Wallace, ai microfoni della BBC. «Non credo ci sia alcuna possibilità di restare dopo (la partenza) degli Stati Uniti. E anche se il programma dovesse prolungarsi di un giorno o due, questo ci darebbe giusto uno o due giorni in più per evacuare le persone, perché ora è diventata una questione di ore, non settimane, e dobbiamo assicurarci di sfruttare ogni minuto per portare la gente fuori».
Tuttavia, stando a quanto riportato questa mattina dai media britannici, il premier britannico Boris Johnson sarebbe intenzionato a chiedere al presidente americano Joe Biden - in occasione del vertice G7 di domani - di posticipare il ritiro oltre la fine di agosto.
Kamala Harris: «Ora l'evacuazione. Poi l'analisi»
Nel frattempo, la vice presidente Kamala Harris - dribblando chi le chiedeva se il ritiro delle truppe dovesse essere portato a compimento in modo diverso - ha ribadito che la priorità in questo momento è quella di concentrarsi sul mettere in salvo le persone. «Non ci sono dubbi sul fatto che sarà necessario condurre una solida analisi su quanto è accaduto, ma per ora il nostro focus deve restare quello di evacuare i cittadini americani, gli afghani che hanno lavorato con noi e quelli più vulnerabili, inclusi donne e bambini», ha detto, riferisce il Guardian, durante una conferenza stampa a Singapore.