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GIAPPONEUn balzo avanti per la prima forza d'opposizione

28.10.24 - 08:57
Il Partito costituzionale democratico, guidato dall'ex premier Noda, ha guadagnato 50 seggi
keystone-sda.ch
Fonte ats
Un balzo avanti per la prima forza d'opposizione
Il Partito costituzionale democratico, guidato dall'ex premier Noda, ha guadagnato 50 seggi

TOKYO - Al termine dello scrutinio dei voti delle elezioni parlamentari svoltesi a un anno dalla fine della legislatura in Giappone, il Partito liberal-democratico (Ldp, collocato a destra sullo scacchiere politico) vede ridotto il numero dei seggi alla Camera bassa da 247 a 191. Anche il partito alleato di centro-destra di ispirazione buddista, Komeito, è uscito sconfitto dal voto, passando da 32 a 24 seggi.

Superiore alle aspettative è invece il risultato della principale forza di opposizione, il Partito costituzionale democratico (Cdp, di centro-sinistra), guidato dall'ex premier Yoshihiko Noda, che conquista 148 seggi rispetto ai precedenti 98.

Sensibile anche l'avanzata del Partito democratico per il popolo (Dpp, di centro) - con 28 seggi contro i sette detenuti in precedenza - che punta su misure atte a contenere il carovita, a partire da una drastica riduzione della tassa sui consumi.

Male invece il Partito giapponese dell'innovazione (Ishin, populismo di destra) che, al pari dell'Ldp, si dice favorevole alla revisione della Costituzione pacifista del paese, ed è incline ad un aumento della spesa per la difesa, in virtù di quella che viene percepita come la minaccia dell'espansionismo della vicina Cina nella regione dell'Asia-Pacifico.

A voto avvenuto la maggioranza nell'aula più influente della Dieta premia i partiti all'opposizione con un totale di 288 seggi contro i 215 dell'alleanza di governo.

Nella conferenza stampa dopo la pubblicazione dei risultati delle elezioni, approfittando della frammentazione dell'opposizione - incapace di formare una propria coalizione - il premier 67enne Shigeru Ishiba ha dichiarato di non prendere in considerazione l'eventualità di allargare il campo, indicando la possibilità di formare un governo di minoranza, ascoltando tuttavia voci esterne al partito: "Penso che il punto di partenza debba essere una discussione approfondita che ci permetta di accettare con umiltà le singole politiche dei legislatori esterni ai nostri alleati tradizionali".

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