È uno dei temi che è saltato maggiormente all'occhio durante il WEF
Anche i dati, la privacy e il mercato futuro del lavoro sono al centro delle preoccupazioni mondiali
GINEVRA - Lo strumento formidabile dei dati e la difesa dei privacy, il futuro del lavoro poco specializzato, minacciato dalla digitalizzazione, e la rivoluzione dell'intelligenza artificiale. Sono i tre temi che al Forum economico mondiale (WEF) saltano all'occhio come un'urgenza inderogabile, le sfide numero uno, assieme al clima, una volta superata l'emergenza della pandemia.
Il WEF ha lanciato oggi la Global AI Action Alliance (Gaia) - un'alleanza per l'intelligenza artificiale, una rivoluzione che «può contribuire all'economia globale con oltre 15.000 miliardi di dollari entro il 2030 migliorando drammaticamente le vite di miliardi di persone». Ma sarà così - avverte l'organizzazione che sta tenendo la Davos Agenda 2021 - «solo se usata responsabilmente». Il rischio di un uso irresponsabile - fra deep fake e algoritmi sempre più pervasivi al punto di manipolare consumi e scelte politiche - lo spiega bene il rapper Will.i.am, intervenuto a uno dei panel della Davos virtuale: «un bambino non può crescere dovendosi preoccupare per il giocattolo con cui ha giocato e se l'intelligenza artificiale sta imparando dati da lui».
Di fronte alla sfida colossale di accelerare l'adozione dell'intelligenza artificiale «nell'interesse pubblico globale», l'Alleanza Gaia riunisce oltre 100 aziende, governi, organizzazioni della società civile e mondo accademico. Sono poi i dati e le enormi opportunità che offrono, dal contrasto alle pandemia al mercato del lavoro, ad aver occupato un buon numero di dibattiti alla Davos virtuale: l'organizzazione ha lanciato iniziative per l'emancipazione della società sul fronte dei dati e una nuova mentalità nella protezione della privacy, che ad oggi viene 'regalata' dai cittadini in cambio di accesso alle piattaforme online.
Tema trasversale, connesso tanto alla pandemia quanto al digitale, è il futuro del lavoro. Il Covid-19 è un dramma per l'occupazione in tutto il mondo. Ma in fondo non ha fatto che accelerare tendenze già in atto con la digitalizzazione galoppante: «la situazione sempre peggiore del lavoro scarsamente specializzato, già iniziata con il digitale e l'automazione. Le risposte non possono che essere politiche macroeconomiche di stimolo, meccanismi di sostegno all'occupazione come il kurzarbeit tedesco, e la formazione dei lavoratori», ha spiegato il segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) Angel Gurrìa.
'Skilling the global workforce' è il tema del panel in cui parlava, un appello alle autorità a dare priorità alla formazione del lavoro a scarsa specializzazione, che sarà altrimenti la prima vittima sacrificale della rivoluzione digitale. Il rischio è l'esplosione di tensioni sociali e politiche, come visto a Capitol Hill: è Jonas Prising, Ceo di Manpower, ad avvertire che se la politica non prenderà davvero sul serio la 'bomba sociale' che rischia di innescarsi con l'impatto della digitalizzazione su professioni a scarsa specializzazione nel commercio, nel turismo, nei servizi, la «polarizzazione del lavoro diventerà sempre più polarizzazione della popolazione, con tensioni e crisi sociali».