Colpa della nuova ondata. E vanno male anche le aziende farmaceutiche, curiosamente
BERNA - Anche le Borse hanno "i sintomi". Non è stato un lunedì nero ma sicuramente un brutto giovedì per i listini europei, che per la prima volta da settimane sembrano preoccupati per davvero.
La Borsa svizzera ha registrato il peggior risultato da quattro mesi a questa parte, con l'indice SMI che ha terminato a 10'067,96 punti, in flessione del 2,18% rispetto a ieri. Anche l'indice globale SPI ha perso il 2,11% a 12'589,29 punti.
Ma è in buona compagnia. Tutte le piazze europee lasciano sul terreno diversi punti. A Francoforte il Dax ha chiuso in flessione del 2,50% a 7473,73 punti. A Parigi il Cac 40 ha perso il 2,11% a 4837,35 punti. Milano è la peggiore: l'Ftse Mib ha ceduto il 2,77% a 19'065 punti.
Il motivo? Gli analisti guardano all'America, con la bocciatura al Senato di Washington del piano di aiuti anti-Covid da 2mila miliardi. Da questa parte dell'Atlantico sono invece i numeri dei contagi a preoccupare gli investitori.
In Svizzera, curiosamente, i titoli peggiori sono quelli di Roche (-3,49% a 308,40 franchi) e Novartis (-2,44% a 77,94 franchi). Il comparto farmaceutico ha deluso le aspettative - alla faccia dei complottisti - e non è stato compensato dai maggiori ricavi diagnostici, grazie ai test Covid. Ma sono penalizzate anche le assicurazioni, come Zurich (-2,83% a 305,50 franchi), Swiss Re (-3,79% a 67,06 franchi) e Swiss Life (-2,76% a 338,80 franchi) e il settore delle costruzioni.