La notizia rappresenta una scoppola per il turismo neozelandese. Amazon: «Grazie per l'ospitalità».
Il colosso dello streaming aveva strappato facilitazioni per milioni di dollari al governo locale: «Non le reclameremo attivamente a meno che non lo vogliano i nostri partner». Wellington, comunque, ha già ritirato l'offerta.
WELLINGTON / LONDRA - Uno dei peggiori incubi del Ministero del turismo neozelandese è diventato realtà: i responsabili della serie Amazon ispirata al "Signore degli Anelli" hanno deciso di spostare la produzione dall'arcipelago del Pacifico al Regno Unito. Una scoppola per un Paese che da anni investe turisticamente sulla propria immagine di teatro naturale della grande saga tolkieniana.
L'annuncio è arrivato giovedì tramite comunicato stampa. «Lo spostamento dalla Nuova Zelanda al Regno Unito si allinea alla strategia degli studios volta a espandere la propria impronta di produzione e a investire su spazi per le riprese in tutto il Regno Unito», si legge nella nota di Amazon. «Vogliamo ringraziare il popolo e il governo della Nuova Zelanda per la loro ospitalità e il loro zelo e per aver fornito alla serie de "Il Signore degli Anelli" un posto incredibile in cui iniziare questo epico viaggio», continua lo scritto.
I responsabili del turismo neozelandese avevano visto arrivare la doccia fredda. «Se un'altra destinazione "più vicina a casa" (per esempio il Regno Unito) garantisse una proposta di uguale valore, la Nuova Zelanda dovrebbe aspettarsi che il lascito [del "Signore degli Anelli"] si affievolisca in fretta, in particolar modo nell'attuale clima di rallentamento dei viaggi globali e incertezza economica», mette in guardia un rapporto ottenuto dal New Zealand Herald in base alla legge che garantisce alla stampa la possibilità di visionare documenti ufficiali anche riservati. Complice la pandemia, insomma, se "Il Signore degli Anelli" e la sua Terra di Mezzo smettessero di essere associati alla Nuova Zelanda, la saga perderebbe in fretta il suo ruolo di calamita turistica per il Paese e il numero dei visitatori e i guadagni ad essi associati calerebbero rapidamente.
Ma non è tutto. La Nuova Zelanda ha investito e progettava d'investire milioni di dollari per tenersi stretto il progetto. Amazon è riuscita infatti a negoziare con il governo un accordo che le garantisce una riduzione del 5% su praticamente ogni dollaro speso nel Paese: una fattura da 33 milioni di dollari neozelandesi per i contribuenti per la sola prima stagione, indica la stima del ministro dello Sviluppo economico, Stuart Nash, riportata da newsroom.co.nz (circa 21,3 milioni di franchi).
Conscia di quanto il tema sia sensibile a livello politico, Amazon non ha mancato di rassicurare, almeno in parte, i neozelandesi. Nel comunicato di giovedì, ha fatto sapere che «non intende» reclamare «attivamente» i benefici fiscali ai quali avrebbe diritto in base all'intesa con Wellington. Il colosso dello streaming, tuttavia, «rimetterà rispettosamente» la questione ai suoi partner commerciali e «resterà in stretta consultazione con gli stessi in merito ai prossimi passi» da compiere. Considerando che il governo di Wellington ha già ritirato la propria offerta, si apre quindi la possibilità di un contenzioso.
Amazon ha già girato in Nuova Zelanda la prima stagione della sua serie ispirata al "Signore degli Anelli", che non ha ancora un titolo definitivo. La produzione della stessa, costata secondo la BBC 465 milioni di dollari americani (ca. 428 milioni di franchi), verrà completata nel Paese del Pacifico. La sua uscita è prevista per il 2 settembre 2022. La produzione della seconda stagione, tuttavia, inizierà in contemporanea nel Regno Unito.
La serie è ambientata migliaia di anni prima delle vicende raccontate ne "Il Signore degli Anelli" e "Lo Hobbit". Dopo la prima, si prevedono altre quattro stagioni.