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CANTONE

Perdersi, per poi ritrovarsi

"Nebula", il nuovo EP di Emmanuel De La Paix, è un viaggio di micro esperienze
Perdersi, per poi ritrovarsi
Tobias Wüthrich
Emmanuel De La Paix.
Perdersi, per poi ritrovarsi
"Nebula", il nuovo EP di Emmanuel De La Paix, è un viaggio di micro esperienze

LUGANO - Una decina di giorni fa Emmanuel De La Paix ha pubblicato "Nebula", il suo più recente EP, per l'etichetta Straight To Your Brain (una divisione della ticinese SevenScales Rec.).

Un anno fa avevamo avuto modo di parlare con il musicista (e artista poliedrico) in merito al suo precedente lavoro, l'album "The Physics of Clouds". In quell'occasione De La Paix era andato alla ricerca degli elementi primordiali che circondano l'essere umano, fino al tentativo (impossibile solo all'apparenza) di catturare l'essenza delle nuvole. Qui si va oltre il cielo che possiamo sfiorare con le mani: siamo nel vuoto delle galassie, in viaggio verso una nebulosa che poi è anche (se non soprattutto) un viaggio dell'anima.

Questo progetto, prettamente ambient, si lega al precedente soprattutto per uno spiccato approccio cinematografico. De La Paix utilizza la sua tavolozza musicale (della quale fanno parte, oltre agli strumenti elettronici, anche chitarra e pianoforte) non solo per creare situazioni e paesaggi, ma con "Nebula" dà vita ad atmosfere sospese nello spazio e nel tempo. L'ascoltatore si ritrova immerso in una dimensione eterea, nella quale si muove di traccia in traccia (sono sei quelle che compongono l'Ep), con mutamenti piccoli ma significativi. L'urlo di "Ekkos", i sussurri di "Rocky Mantle" spezzano per un istante la linearità, dalla quale tuttavia non si deraglia mai del tutto.

«"Nebula" è un viaggio di micro esperienze, un continuo equilibrio tra suoni organici e sintetici, un invito a perdersi e riscoprire le potenzialità della percezione» fa notare l'autore. Tutto è perfettamente bilanciato, alla fine: la componente onirica di ogni traccia non è mai predominante e si viene presto risucchiati in una dimensione intermedia, che resta sospesa tra il tangibile e l'inconscio. Le texture risultano a tratti morbide, in altri casi più abrasive. Ogni brano è un universo autosufficiente, ma tutto è legato in una perfetta unicità d'intenti.

"Nebula" è, in definitiva, un altro passo nel percorso di un artista molto interessante della scena musicale ticinese. De La Paix ci guida in un viaggio nel quale, per ritrovarsi, è necessario essersi prima persi.

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