Domani sera si conclude la rassegna invernale con Rappresaglia e Crummy Stuff, ma si guarda già alla primavera
LUGANO - Siamo arrivati all'atto conclusivo di questa session invernale nel segno del punk: domani sera, 26 gennaio, lo Studio Foce aprirà le sue porte per la quarta serata di Punk in Foce. Per lanciare la serata - che vedrà salire sul palco i Rappresaglia e i Crummy Stuff - e fare il punto sulla rassegna abbiamo sentito Rodolfo "Dexter" Pulino, organizzatore della rassegna e anima della Nextpunk Booking & Promotion.
Che serata è, quella conclusiva?
«Abbiamo due storici gruppi italiani. I Rappresaglia hanno 40 anni di carriera alle spalle e sono una delle band più significative della scena degli anni Ottanta. I Crummy Stuff sono nati a Milano negli anni '90 e sono anche loro, a tutti gli effetti, un nome storico».
Vuoi stilare un bilancio di Punk in Foce?
«Al netto della serata che deve ancora arrivare, è un bilancio estremamente positivo. Sul palco è salito il meglio della scena italiana. Il concerto dei Punkreas è stato senza dubbio il momento clou della rassegna e ha riempito il Foce di persone di tutte le età. È bello che si sia tornati a fare concerti di questo genere, dopo un bel po' di anni di pausa - a causa del Covid ma anche per altre ragioni».
Quale tipo di pubblico ha preso parte ai concerti?
«C'erano molti esponenti delle nuove leve durante gli show di gruppi come i Bull Brigade. In altre occasioni, come per i Punkreas, abbiamo visto tanti ultra-trentenni che sono andati a riascoltare le band con le quali hanno passato gli anni d'oro della gioventù. Prevediamo che domani sera accadrà lo stesso».
È quindi molto marcato l'effetto nostalgia...
«Certo, parlando di un genere musicale esploso alla fine degli anni Settanta. Possiamo quindi avere dal 16enne che si avvicina al genere, fino al 60enne che ascoltava questi gruppi quando uscirono sulla scena all'epoca».
Invece un bilancio della tua attività musicale in questi vent'anni?
«Potrei scrivere un libro (ride, ndr). Ci sono stati momenti incredibili, ma anche altri molto difficili. Ricordo il Nextpunk Festival a Lugano con The Exploited (era il 2008, ndr): ci furono problemi di ordine pubblico, che portarono l'allora sindaco Giorgio Giudici a "bandire" i concerti punk. Ma nemmeno questo mi ha fermato (ride ancora, ndr)».
La Nextpunk è mutata parecchio in due decenni...
«Si è fatto davvero di tutto. È nata come portale sul punk, poi è diventata un'etichetta discografica, quindi organizzazione di concerti... Abbiamo fatto tutto il possibile per promuovere questo genere. I tempi poi cambiano: l'etichetta è stata chiusa per ovvie ragioni - i dischi non si vendono più, era diventata insostenibile. Quando si parla di un genere così di nicchia è solo la passione che ti spinge, soprattutto in Ticino».
Cos'ha da dire il punk, oggi, alle nuove generazioni - specialmente a chi è nato dopo il Duemila?
«Fondamentalmente le stesse cose che diceva all'inizio, ma attualizzate. Ci sono band nuove che stanno nascendo e poi pensiamo a chi, come i Talco - che saranno in concerto a Lugano il 20 aprile, insieme ai Silence Is Chaos - riescono a catturare l'attenzione dei più giovani».
L'attività della Nextpunk non si ferma con Punk in Foce...
«Prima ancora del concerto del 20 aprile ci sarà una serata interamente dedicata a band di Roma. Allo Studio Foce arriveranno sabato 15 aprile due nomi storici della scena capitolina come Gli Ultimi e i Klaxon. Brani di entrambi sono presenti nella colonna sonora di "Strappare lungo i bordi" di Zerocalcare».